L'adesione alla Ue, chiave di svolta della crisi politica in Macedonia del Nord

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Di Debora GandiniFay Doulgkeri
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La chiave per la stabilità del governo in Macedonia del Nord è nei colloqui con Bruxelles. Il grande ostacolo è la Bulgaria contraria all’adesione

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La schiacciante sconfitta dell’Unione Socialdemocratica, il partito di governo, alle elezioni amministrative in Macedonia del Nord ha provocato una vera e propria crisi politica. Dopo un calo di popolarità e consensi in atto già da tempo, il primo ministro Zoran Zaev ha dichiarato di volersi dimettere chiedendo però che l’esecutivo continuasse a lavorare. Il premier, sopravvissuto al voto di sfiducia nel parlamento di Skopje, ha perso uno dei suoi principali alleati di coalizione. .

Secondo Giannis Armakolas, analista politico e Professore presso l’Università della Macedonia è un periodo di grande incertezza e instabilità. “Vedremo se Zaev riuscirà a formare un esecutivo solido. E’ molto probabile che nei prossimi mesi si vada al voto. Molto dipenderà da come procederanno i negoziati di adesione all’Unione europea.”

La chiave per la stabilità del governo è nei colloqui con Bruxelles, ma il grande ostacolo è la Bulgaria contraria all’adesione. La speranza è che il veto venga revocato il prima possibile. Per Dimitar Nikolovsk, direttore di EuroThink, è possibile che Sofia possa togliere il veto all’adesione all’Unione europea ma non nell’immediato come molti pensano.  

Unione europea, la chiave di svolta

“Non credo che questo processo si chiuderà entro l'inizio di dicembre. È troppo presto. Ora tutto dipenderà dall’attuale Presidente della Bulgaria, Rumen Radev, che è sempre ancorato su posizioni molto ferme e non sembra avere alcuna intenzione di giungere a un compromesso. La svolta potrebbe essere il nuovo governo, ma per formarlo il processo sarà molto lungo e si dovrà trovare il consenso al suo interno.''

La crisi politica in Macedonia del Nord si sta ripercuotendo anche sulla Grecia. Il presidente del principale partito di opposizione di destra ha dichiarato che nonostante l'accordo di Prespa tra i due Paesi non verrà mai usato il nome di Repubblica della Macedonia settentrionale.  

Atene segue da vicino gli sviluppi politici in Macedonia del Nord, assicurando che gli accordi dovrebbero essere mantenuti indipendentemente dal governo che andrà al potere. Il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, si augura che Skopje adempia a tutti gli obblighi derivanti dall'accordo bilaterale sul nome, ribadendo il fermo impegno della Grecia a sostenere il percorso di integrazione dei paesi dei Balcani nell’Unione europea. 

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