COP26, si discute ancora ma la bozza di accordo è stata indebolita

Attivisti a Glasgow
Attivisti a Glasgow Diritti d'autore ANDY BUCHANAN/AFP or licensors
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Di Euronews
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Negoziatori a oltranza alla COP26 di Glasow: si discute sulla bozza di accordo finale, ma il documento è più debole del previsto

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Diversi passi indietro: la proposta è poco ambiziosa, le lobby dei combustibili fossili determinano l'agenda climatica.
La COP26 è alle battute finali, ma le critiche sono già troppe.

Gli oltre 200 negoziatori sono ancora al lavoro per raggiungere un accordo finale che potrebbe arrivare a notte fonda. Ma la bozza su cui discutono è stata ammorbidita: via il riferimento all'eliminazione graduale dei finanziamenti al carbone, che diventa uno stop all'erogazione di risorse per progetti inefficienti e senza dispositivi di cattura delle emissioni.
È poco, dicono attivisti ma anche scienziati.

Nel tweet: "Una cosa è chiara: siamo pronti per l'azione". In tutto il pianeta, i giovani stanno guidando la carica contro il cambiamento climatico, sia sostenendo l'azione per il clima, sia sviluppando soluzioni per il clima".

Lo scenario è quello tratteggiato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: "Rimaniamo su una tendenza di aumento catastrofico della temperatura, ben oltre i 2 gradi, quindi gli impegni impatto zero richiedono tagli rapidi e sostenuti delle emissioni in questo decennio".

Anche l'erogazione dei finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo per meglio affrontare le conseguenze della transizione climatica sembra essere una proposta al palo, già disattesa negli ultimi anni almeno in relazione alla cifra messa in campo. Il budget previsto era di 100 miliardi di dollari in aiuti.

Al centro dell'intervento del vice presidente della Commissione europea, Frans Timmerman, le generazioni future: "Un'ora fa mio figlio Mark mi ha mandato una foto di mio nipote Kees che ha un anno. Kees avrà 31 anni quando saremo nel 2050, ed è un bel pensiero capire che, se avremo successo, lui vivrà in un mondo vivibile, vivrà in un'economia pulita, con aria pulita, in pace con il suo ambiente. Se falliamo, e intendo fallire ora nei prossimi due anni, lotterà con altri esseri umani per l'acqua e il cibo".

Tra i punti più controversi figura quello delle sovvenzioni per i combustibili fossili.

"Quei finanziamenti devono sparire - ha detto John Kerry inviato di Washington per il clima - E noi siamo il più grande produttore di petrolio e gas del mondo. Abbiamo alcuni di questi sussidi e il presidente Biden ha presentato una legislazione per eliminarli. Stiamo lottando ogni anno per trovare il denaro, ma 2.500 miliardi di dollari negli ultimi cinque , sei anni sono andati in contributi per i combustibili fossili. Questa è la definizione di follia".

Fuori dal Palazzo, gli attivisti manifestano per un accordo incisivo. Una linea condivisa dagli scienziati: nelle scorse ore 200 climatologi hanno pubblicato una lettera aperta: per la neutralità del carbonio entro il 2050, è necessario ridurre le emissioni entro il 2030 di almeno il 45%. Se il quadro resta questo, aumenteranno invece del 15%.

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