OPEC+, no a Biden: nessun aumento della produzione di petrolio

Il ministro saudita dell'Energia, uno dei leader dell'OPEC+.
Il ministro saudita dell'Energia, uno dei leader dell'OPEC+. Diritti d'autore Euronews
Di Cristiano TassinariEuronews - Agenzie e siti internazionali
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I paesi produttori ed esportatori di "oro nero", guidati da Arabia Saudita e Russia, hanno deciso la politica dei piccoli passi: mini-aumento di 400.000 barili al giorno. Non sono bastate le pressioni di Biden, che dichiara: "L'OPEC+ rischia di mettere in pericolo la ripresa economica"

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L'OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries) e i paesi produttori di petrolio alleati hanno respinto le pressioni del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per estrarre molto più petrolio e abbassare i prezzi della benzina per gli automobilisti americani, decidendo di attenersi al loro piano di cauti aumenti mensili.

Aprire i rubinetti un po' per volta

L'alleanza OPEC+, composta dai membri dell'OPEC guidati dall'Arabia Saudita e dai non membri guidati dalla Russia, ha approvato un aumento della produzione di 400.000 barili al giorno a partire dal mese di dicembre.

Questo è in linea con la tabella di marcia dell'OPEC per aggiungere questa (minima) quantità di petrolio al mercato ogni mese, fino al prossimo anno.

Il piano è quello di aprire i rubinetti del petrolio un po' alla volta - anche se i prezzi del petrolio sono saliti ai massimi da sette anni a questa parte - fino a quando i profondi tagli alla produzione fatti durante la pandemia saranno recuperati.

Il Principe Abdul Aziz Bin Salman, ministro dell'Energia dell'Arabia Saudita, ha commentato:
"Abbiamo deciso un aumento della produzione che non era previsto, almeno fino all'inizio di maggio 2022, e per puro spirito di responsabilità lo abbiamo anticipato".

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Alexander Novak, ministro russo dell'Energia.Euronews

Alexander Novak è il ministro russo dell'Energia:
"La decisione è stata presa in precedenza, tra luglio e agosto: aumentare la produzione di 400.000 barili al giorno ogni mese di ogni mese fino, sostanzialmente, alla fine del 2022".

La decisione dei produttori di petrolio non è andata giù a Biden, che ha fatto ripetuti appelli per pompare più petrolio.

Estrarre più petrolio o pensare agli obiettivi di COP26?

Tra i commentatori delle vicende della Casa Bianca, qualcuno ha fatto notare al presidente Biden che chiedere di estrarre più petrolio pochi giorni dopo aver partecipato alla Conferenza COP26 contro l'inquinamento non è proprio molto "etico"...

Gli Stati Uniti hanno usato proprio il summit del G20 lo scorso fine settimana a Roma per consultarsi con altri paesi consumatori e importatori di petrolio su come esercitare influenza sui paesi produttori e su cosa fare se i sauditi e i russi dovessero continuare a limitare le estrazioni del cosiddetto "oro nero".

"Il nostro punto di vista è che la ripresa globale non dovrebbe essere messa a repentaglio da uno squilibrio tra domanda e offerta", si legge in una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.
"L'OPEC+ sembra non voler usare la capacità e il potere che ha ora in questo momento critico della ripresa globale per i paesi di tutto il mondo".

Secondo l'Arabia Saudita, uno dei massimi produttori mondiali, l'OPEC+ sta svolgendo un ruolo importante come regolatore del mercato, paragonando la relativa stabilità del mercato del petrolio alle selvagge oscillazioni dei prezzi del gas naturale, che sono aumentati di più di cinque volte rispetto all'inizio dell'anno, in un contesto di crisi globale dei combustibili fossili.

"L'OPEC+ rischia di mettere in pericolo la ripresa".
Joe Biden
79 anni, Presidente degli Stati Uniti

Ulteriori turbolenze in arrivo?

La cautela dell'OPEC+ significa prezzi più alti in tutto il mondo e più entrate per i paesi produttori. Aumenti più lenti significano anche meno rischi di aumentare la produzione troppo velocemente e di mandare a picco, improvvisamente, i prezzi. Proprio mentre i produttori si preparano alla possibilità di ulteriori turbolenze economiche dovute ancora al Covid dello scorso inverno e ai backup della catena di approvvigionamento, alle carenze di lavoro e all'aumento dei prezzi al consumo, che stanno minacciando la ripresa globale.

Suhail Almazrouei, ministro dell'Energia degli Emirati Arabi Uniti, ha dichiarato che "i mercati del petrolio dovrebbero essere in eccedenza all'inizio del prossimo anno e che la graduale tabella di marcia ci sta portando senza problemi in quella posizione, dove l'offerta e la domanda si ``riequilibreranno nel primo e secondo trimestre''.

Ringo H.W. Chiu/Copyright 2021 Associated Press. All rights reserved.
Una piattaforma petrolifera vista dalla spiaggia di Huntington Beach, in California.Ringo H.W. Chiu/Copyright 2021 Associated Press. All rights reserved.

Prezzi (quasi) alle stelle

I prezzi del petrolio negli Stati Uniti sono diminuiti un po' questa settimana, dopo aver raggiunto il livello più alto dal 2014.

Dopo il "No" dell'OPEC+ a Biden, il petrolio viene scambiato a 81,39 dollari al barile, al New York Mercantile Exchange, in calo dal suo recente picco di oltre 85 dollari la scorsa settimana.
Il Brent, punto di riferimento internazionale, è stato scambiato a 82,74 dollari, in diminuzione dagli oltre 86 dollari della scorsa settimana.

Biden annuncia provvedimenti

Il presidente Biden, questa settimana, ha incolpato la Russia e gli altri paesi dell'OPEC+ per l'aumento dei prezzi del petrolio e dei combustibili.
Dalla Casa Bianca non trapelano indiscrezioni, ma l'amministrazione-Biden intraprenderà sicuramente qualche azione decisa nei confronti dei paesi produttori di petrolio che gli hanno fatto questo "sgarbo".

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