Yahoo lascia la Cina. Tutta colpa della stretta sulla privacy di Pechino

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Di Debora Gandini
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Tutti i servizi di Yahoo! sono stati bloccati sul mercato cinese. La società statunitense ha fatto sapere che la decisione è stata presa in seguito a un "ambiente commerciale e legale sempre più impegnativo" di Biagio Simonetta

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Prima LinkedIn, ora è la volta di Yahoo!. Dopo l’accordo con Jack Ma, il magnate di Alibaba arriva l’addio. Il colosso tech di Sunnyvale si ritira dalla Cina a causa di un ambiente commerciale e legale sempre più impegnativo, si legge in una nota.

Gli utenti cinesi di Internet che navigano sui siti web gestiti da Yahoo! come AOL.com, o siti di informazione come TechCrunch ed Engadget, hanno ricevuto l'avviso che i servizi di Yahoo! non sono più accessibili dalla Cina continentale. Dopo un ridimensionamento delle operazioni nel 2015, il licenziamento di centinaia di persone ora i servizi di Yahoo non sono più disponibili al 100%. La frattura tra Washington e Pechino diventa sempre più netta.

Un addio annunciato

La presenza di Yahoo in Cina era marginale ormai da anni. L’azienda aveva acquistato una partecipazione del 40% nel gigante cinese dell’e-commerce Alibaba nel 2005, che ha iniziato a vendere nel 2012.

Intanto dietro a questa decisione c’è chi punta il dito sulla repressione tecnologica della Cina. Diversi giganti come Google e Facebook, oltre a numerosi siti internazionali di news, sono stati a lungo banditi nel Paese a causa di una censura radicale conosciuta come il “Great Firewall”.

Secondo quanto riferito, il sito ha ripubblicato un report Bloomberg sulla repressione tecnologica della Cina. Yahoo era una volta il player dominante nella ricerca sul web, ma ha faticato a mantenere il suo status, essendo stata venduta a Verizon nel 2017 e poi all’hedge fund Apollo all’inizio di quest’anno.

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