Disputa per la pesca, ancora minacce e ritorsioni tra Londra e Parigi

Il peschereccio britannico sequestrato dalle autorità francesi al porto di Le Havre
Il peschereccio britannico sequestrato dalle autorità francesi al porto di Le Havre Diritti d'autore AP Photo/Michel Euler
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Di euronews
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I transalpini ipotizzano anche una limitazione delle forniture di energia a Jersey, i britannici rispondono chiedendo all'ambasciatore francese un rimprovero formale

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I commercianti di pesce francesi a Boulogne-Sur-Mer sostengono il proprio governo nella crescente controversia tra Parigi e Londra sulle licenze di pesca.

Una delle tante battaglie della guerra del pesce tra Francia e Regno Unito si è combattuta in questi giorni quando, in piena stagione di capesante, due navi britanniche sono state controllate e sanzionate nella Manica e una è stata rispedita indietro al porto di Le Havre.

A Newhaven, sulla costa meridionale del Regno Unito, la banchina principale della cittadina era quasi deserta, poiché una settimana di maltempo ha costretto la flotta locale, composta da piccoli pescherecci, a rimanere in porto.

Per i pescatori britannici, la disputa sui diritti di pesca è un'ulteriore minaccia per il loro settore, aggravata dal calo delle esportazioni post-Brexit, dai vincoli a causa del Covid e dalla crescita delle società di pesca internazionali.

La prossima settimana potrebbe andare peggio: se Londra non si deciderà a concedere ai francesi licenze per pescare come convenuto negli accordi di Brexit, da Parigi potrebbero partire sanzioni del tipo annunciato dal portavoce del governo, Gabriel Attal.

"Quello che posso già dirvi è che ci saranno due serie principali di misure: la prima serie di misure si applicherà dal 2 novembre, progressivamente su più giorni e riguarderà i prodotti importati in Francia: per esempio con controlli doganali e sanitari sistematici sulle importazioni nei porti della Manica".

Una minacca mal digerita a Westminster: "Le misure minacciate non sono compatibili con l'accordo commerciale e di cooperazione o con il diritto internazionale più in generale", ha detto in aula George Eustice, segretario all'Ambiente britannico. 

"Se portate a termine, vi sarà una risposta appropriata e calibrata, è importante mantenere la calma su questo punto e cercare di ridurre la tensione".

Per Parigi queste intrusioni non autorizzate nelle acque francesi e il mancato rispetto degli accordi firmati post Brexit, sono "inaccettabili".

Oltre alla chiusura dei suoi porti alle barche britanniche e al rallentamento del traffico merci nella Manica, Parigi potrebbe anche staccare la corrente all'isola anglo-normanna di Jersey.

Gli accordi sulla pesca sono stati uno dei principali scogli nella trattativa per la Brexit e al momento Londra ha emesso solo una frazione delle licenze promesse; licenze a quanto pare anche difficili da ottenere a causa della forte burocrazia.

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