Sudan, forze di sicurezza arrestano i manifestanti anti golpe

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Gli agenti rafforzano la presa del regime, mentre la comunità internazionale intensifica le misure punitive

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Continuano nella capitale sudanese Karthoum le manifestazioni per il ritorno di un governo civile, dopo il colpo di Stato, la deposizione del capo del governo e l'arresto di numerosi esponenti delle autorità civili.

Le forze di sicurezza sudanesi hanno lanciato arresti a tappeto di manifestanti anti-golpe, rafforzando la presa del regime mentre la comunità internazionale ha intensificato le misure punitive.

"Il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana - dice Martin Kimani, presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - condanna con forza la presa del potere da parte dell'Esercito sudanese e lo scioglimento del governo di transizione e respinto il cambio incostituzionale del governo.

Si chiede l'immediato ed incondizionato rilascio di tutti i detenuti e si avvisano i militari che saranno ritenuti responsabili della salute personale, della sicurezza e dell'incolumità dei funzionari detenuti".

Intanto, la Banca Mondiale annuncia di aver sospeso gli aiuti al Sudan dopo la presa di potere militare, interrompendo "l'elaborazione di qualsiasi nuova operazione mentre si monitora da vicino la situazione".

Hamdock ai domiciliari

Il primo ministro in carica, Abdallah Hamdok, dopo essere stato fermato insieme alla moglie, sarebbe stato posto agli arresti domiciliari, e arrestati sarebbero stati anche il ministro dell'Industria, quello dell'Informazione e uno stretto collaboratore del premier.

Fortemente limitato l'accesso alle infrastrutture di comunicazione, e risulta impossibile ogni connessione a Internet.

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Nella sua seconda apparizione pubblica dopo aver assunto il potere, il generale Abdel-Fattah Burhan ha giustificato il colpo di Stato con la necessità di "mettere fine a una lunga crisi politica".

Secondo molti ossevatori, il generale golpista porebbe contare sull'appoggio di alcuni stati del Golfo.

Una condanna del cambio di regime a Karthoum è arrivata dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, che però, al termine di una seduta a porte chiuse, non ha definito alcuna iniziativa.

Già lo scorso mese un altro tentativo non andò a buon fine: in quella occasione, il premier Hamdok aveva parlato dell'importanza di favorire la transizione politica nel Paese, dominato per trent'anni da Omar al-Bashir, lanciando un appello al dialogo caduto nel vuoto.

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