La "whistleblower" di facebook davanti al parlamento britannico.

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Diritti d'autore Matt Dunham/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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La testimonianza di Frances Haugen potrebbe servire ai legislatori per la nuova normativa sui social media

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Il caso Facebook finisce a Westminster, dove si sta lavorando sulla nuova normativa sui social media. A riferire davanti ai legislatori britannici è stata la sentinella civica Frances Haugen. L'ex data scientist di Facebook ha parlato davanti a una commissione parlamentare, che sta esaminando la bozza di legge del governo di Boris Johnson per reprimere i contenuti online dannosi. 

La donna, che ha spiegato come i gruppi sul social amplificano l'odio online, ha giustificato la tempistica della sua testimonianza. "Mi sono presentata adesso perché è un momento cruciale in cui bisogna agire", ha detto Haugen. "Quando un'azienda fa un danno, per esempio una chiazza di petrolio, questo non impedisce di regolamentare l'attività di queste aziende. Ma in questo momento le violazioni di Facebook sono del tipo che rende difficile regolamentarne l'attività. Facebook dice: 'Noi non abbiamo inventato l'odio, non abbiamo inventato la violenza etnica'", prosegue Haugen. "Ma non è questa la domanda. La domanda è: cosa sta facendo Facebook per amplificare o espandere l'odio o la violenza etnica". Alla domanda se il social ha peggiorato l'odio, Haugen risponde: "Senza dubbio".

La whistleblower aveva già testimoniato al Senato americano a inizio mese, parlando del pericolo che rappresenta Facebook nel non evitare danni ai bambini, nell'incitare alla violenza politica e nell'alimentare la disinformazione.

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