Alta tensione tra Serbia e Kosovo. Le parole pesanti del presidente serbo

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Le parole pesanti di Vucic, presidente serbo che evoca la non violenza ma non a tuttii costi. Ai serbi del Kosovo dice: siamo con voi

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 Il presidente serbo Aleksander Vucic ha voluto incontrare i serbi del Kosovo dopo i violenti scontri mercoledì a Mitrovica in cui diverse persone sono rimaste ferite.

Gli scontri sono seguiti a un'operazione contro una rete di contrabbandieri stando alle autorità kosovare, ma i serbi che abitano la zona nord di Motrovica ritengono che fossero proprio loro il traget dell'operezione.

E il presidente serbo non ha voluto con la sua visita gettare acqua sul fuoco. 

"Non reagire alla non violenza, ma se gli altri iniziano.. io vi dico proteggetevi e noi vi sosterremo".

Parole non destinate a cadere nel vuoto in un momento in cui ogni pretesto nella regione  sembra buono per far risorgere tensioni interetniche.

A stemperare l'aria pensate  ci pensa  il ministro dell'Interno del Kosovo, Xhelal Svecla:

"L'operazione non era rivolta contro alcun gruppo etnicoma contro una rete criminale che contrabbandava beni di vari tipo in Kosovo".

 Quello delle targhe è stato solo l'ultimo pretesto che ha riacceso le tensioni in Kosovo, dove domenica si terranno le elezioni amministrative.

Nel 2008 ha dichiarato la propria indipendenza dalal Serbia con una dichiarazione unilaterale, indipendenza di fatto ma non riconosciuta a livello internazionale.

La nuova escalation di tensione tra Pristina e Belgrado arriva a un anno  dall’accordo tra i due Paesi per la distensione dei  rapporti, promosso da Washington e presentato come storico dall’ex amministrazione americana guidata da Donald Trump. 

L’accordo in realtà ha basi traballanti e 12 mesi dopo sono  pochi i punti in cui ci sono stati progressi.

In questo contesto, si è svolto  il vertice Ue-Balcani  lo scorso 6 ottobre, summit in cui l'Unione europea ha staccato un nuovo assegno per la regione ma non ha stilato un calendario con una data di inizio per il processo di adesione dei Paesi balcanici. 

Dal 1999 è attiva nella regione la Kfor, Kosovo Force, missione di pace a guida Nato che ha l'obiettivo distabilizzare il Kosovo. Dal 6 settembre 2013 l'Italia ha assunto il comando dell'intera missione, guidata da Franco Federici. Dopo quello statunitense, il contingente italiano è il più numeroso, conta 628 militari, 204 mezzi terrestri e 1 mezzo aereo.

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