Green pass e polizia: quanti agenti rischiano di essere lasciati a casa?

Green pass e polizia: quanti agenti rischiano di essere lasciati a casa?
Diritti d'autore Claudio Furlan/LaPresse via AP
Di Diego Malcangi
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Il Green Pass obbligatorio per i lavoratori rischia di causare grossi problemi alle forze dell'ordine, che ancora attendono le linee guida per implementare le nuove regole: con il 25% di agenti non vaccinati, quanti rischiano di non poter lavorare, proprio quando la loro presenza è più richiesta?

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Roma Caput Mundi: è su Roma che si punteranno tutti gli sguardi nel prossimo fine settimana, con due grandi manifestazioni il giorno prima del ballottaggio per l'elezione del sindaco.

I "no Green Pass", come ogni sabato, e la CGIL, quasi certamente accompagnata dagli altri sindacati della "triplice" e dalle forze politiche di sinistra, in nome dell'anti-fascismo, dopo l'assalto di sabato scorso alla sede del sindacato.

E la polizia, in tutto questo?

Difficile immaginare che, dopo l'esperienza di sabato scorso, le forze di sicurezza vengano colte di sorpresa (dai numeri, dalla violenza intenzionale dei gruppi estremisti: di destra sabato scorso, ma nulla esclude che altri, gli stessi magari che hanno agito altrove, possano cogliere l'occasione).

Però un po' di tensione c'è: non foss'altro che per un autunno che potrebbe essere "caldo", denso di proteste e forse anche scontri, e le forze dell'ordine decimate dal Covid dalla fatica e anche dal Green Pass.

Una recente stima parla di circa 35.000 operatori non vaccinati, tra Carabinieri e Polizia. In percentuale, è più o meno come nel resto della popolazione, infra-dodicenni esclusi.

Dal 15 ottobre, il Green Pass obbligatorio rischia di creare problemi seri, vanamente segnalati da tempo, stando all'Fsp, uno dei sindacati rappresentativi della polizia.

Non c'è un dispositivo, "non siamo pronti", dice il sindacato, che lamenta l'assenza del Ministro Lamorgese dalla riunione dell'11 ottobre tra sindacati e vertici del Dipartimento. Una riunione che "si è chiusa con un nulla di fatto", per l'Fsp.

In queste condizioni, si rischia di perdere forze preziose, migliaia di agenti tenuti lontani dal lavoro.

I rischi di aumento delle tensioni

L'Fsp parla già di possibili problemi nel prossimo fine settimana, altri li vedono eventualmente più in là, in caso di un possibile incremento della tensione, magari dovuto anche alle difficoltà di altri settori del servizio pubblico: posta, raccolta dei rifiuti per esempio. Ma anche i portuali, che hanno già annunciato il blocco del porto di Trieste proprio per il 15 ottobre, dopo il nulla di fatto nel vertice tra Autorità portuale e Prefettura, e nonostante la promessa di tamponi a carico del datore di lavoro.

Proteste si sono viste anche nei porti di Genova, Napoli, Livorno. Ma a Trieste (dove i lavoratori non vaccinati sono circa il 40%) ora si parla di un blocco ad oltranza. Questo naturalmente comporterebbe problemi alla viabilità, a causa dei camion incolonnati, ma se davvero fosse a oltranza anche rallentamento dei trasporti via terra, fino a possibili intasamenti delle rotte alternative, comprese le spedizioni aeree, in una fase in cui i costi del trasporto merci sono già enormemente cresciuti.

E quando si verificano problemi di quella portata in settori cruciali per il funzionamento della società rischiano di aumentare le tensioni, e quindi anche la necessità di agenti in servizio per la tutela dell'ordine pubblico.

Al di là del costo dei tamponi e delle altre argomentazioni di chi si oppone al Green Pass, il problema immediato risiede nella capacità delle farmacie e dei laboratori di rispondere all'improvviso incremento della domanda di tamponi: si parla - sulla base di semplici stime numeriche dei lavoratori non vaccinati - di richieste sei o sette volte superiori al ritmo attuale, che già è al limite della saturazione.

Molti lavoratori potrebbero non riuscire ad avere il green pass, e quindi verrebbero sospesi dal lavoro.

Mancano le linee guida

Martedì 12 ottobre abbiamo sentito un altro sindacato di polizia, la Silp Cgil, che a sua volta lamenta l'assenza delle linee guida: il Segretario Generale, Daniele Tissone, ci rispondeva poco prima di un'audizione in Parlamento e di una riunione al Dipartimento con il capo della Polizia.

Intervista al Segretario Generale Silp Cgil

In serata abbiamo poi saputo che il capo della Polizia ha promesso, in assenza delle linee guida ministeriali, di inviare una circolare che riporterà gli elementi del decreto legge, per garantire uniformità di trattamento, come chiesto dai sindacati. Mentre il Ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, incontrerà i sindacati di polizia solo il 21 ottobre, praticamente una settimana dopo l'entrata in vigore del nuovo dispositivo.

Nella stessa giornata il Ministero della Funzione Pubblica ha poi pubblicato le linee guida generali (qui potete leggere il testo integrale del Dpcm). Vi si legge, tra l'altro: "Tenuto conto della funzione di prevenzione alla quale la misura è preordinata, non sono consentite deroghe a tale obbligo. Pertanto, non è consentito in alcun modo, in quanto elusivo del predetto obbligo, individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso di tale certificazione".

Ricordiamo che i sindacati di polizia avevano chiesto anche di poter mettere a disposizione per i test antigenici i presidi sanitari delle forze dell'ordine, ma al momento non è arrivata nessuna indicazione in quel senso. E che un operatore, anche se impiegato in esterna, deve mostrare il Green Pass all'inizio del turno, quando si presenta. In caso contrario è sospeso dal lavoro. Senza eccezioni, come si legge nel testo del decreto del 12 ottobre. Che per il resto conferma che il 15 ottobre rappresenta anche la fine del tele-lavoro emergenziale della Pubblica Amministrazione, e prevede l'istituzione dei "mobility manager" da parte delle amministrazioni pubbliche per facilitare l'organizzazione del trasporto casa-lavoro. Naturalmente il ritorno in ufficio di tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione implica un ulteriore incremento della domanda di tamponi, e quindi la probabilità che molti lavoratori non riescano a procurarsi il green pass. Polizia compresa.

Un problema anche per i vaccinati

"Qualche problema c'è stato anche all'interno delle forze dell'ordine: su circa 97.000 operatori della Polizia di Stato, 70.000 si sono vaccinati. Ma abbiamo avuto purtroppo anche circa 11.500 poliziotti, che sono stati contagiati dal Covid-19", conferma Daniele Tissone (Silp Cgil).

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"Quindi il tema oggi - continua Tissone - è come evitare le discriminazioni e come riuscire a operare al meglio, perché c'è questo problema legato ai carichi di lavoro. Perché se il personale non vaccinato non fosse in grado di operare, arrecherebbe maggiori problemi anche al personale vaccinato, che dovrebbe assumersi i carichi di lavoro dei colleghi non vaccinati e che non verrebbero al lavoro".

Uno dei problemi, sottolinea ancora Tissone, potrebbe riguardare le lunghe missioni: gli operatori inviati per esempio da Roma in Sicilia, o alla frontiera con la Francia, per missioni che vanno al di là della validità del green pass ottenuto con il tampone. Per questo vanno chiariti alcuni aspetti concreti e servono le linee guida specifiche, ad oggi assenti.

Quanto alle tensioni di piazza, Tissone si dice favorevole al vaccino: sta funzionando, dice, i dati migliorano e quindi c'è da sperare che progressivamente si vada calmando tutta la situazione.

Venendo meno l'elemento di maggior preoccupazione, le frange violente si troverebbero isolate:

"Nei confronti di chi esercita la violenza all'interno delle manifestazioni, servono risposte anche dure e risposte che solo la società e i cittadini possono dare prendendo le distanze dalla violenza, sempre e comunque, a prescindere da chi la commette. E questo riguarda tutti", conclude.

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