Janez Janša: "Nei Balcani l'Ue rischia di soffrire la concorrenza di Russia, Cina e Turchia"

Janez Janša: "Nei Balcani l'Ue rischia di soffrire la concorrenza di Russia, Cina e Turchia"
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Di Efi KoutsokostaEdizione italiana: Cristiano Tassinari
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Intervista di Euronews al primo ministro della Slovenia, Janez Janša, a margine del summit Ue-Balcani Occidentali. "Senza l'adesione all'Ue dei sei paesi balcanici in attesa, l'Europa rischia di perdere credibilità e la battaglia della concorrenza con Russia, Cina e Turchia", ammette Janša

I leader dell'Unione europea si sono incontrati questa settimana in Slovenia per discutere dell'allargamento dell'Ue ai sei Paesi rimanenti dei Balcani Occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia del Nord e Kosovo), non ancora entrati in Europa.

Nonostante il diffuso pessimismo. Bruxelles vuole essere vista come un partner fondamentale nella regione, ma finora non ha dato scadenze chiare per l'allargamento.

Per discutere di questo, così come delle sfide crescenti per l'Ue, ci ha raggiunto il primo ministro della Slovenia, Janez Janša (63 anni).

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:

Lei vede il rischio che l'Unione europea perda la sua credibilità se i Paesi che si stanno allineando ai criteri di adesione dell'Ue non saranno ammessi al club?

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"Sì, certo, questo rischio è evidente, ma da qualche anno l'allargamento, come è stato deciso nel vertice di Salonicco del 2003, dove l'adesione all'Ue è stata concessa ai Paesi dei Balcani Occidentali, sta tornando di nuovo in agenda. Penso che stiamo lentamente guadagnando di nuovo slancio, ma..."

"C'è ancora molto da fare"

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Ma c'è ancora molta strada da fare...

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"C'è ancora molta strada da fare. Ma sapete, dopo una lunga battaglia, siamo riusciti ad aggiungere la parola "allargamento" nella dichiarazione. Ora che c'è il consenso dei 27 Stati membri per l'allargamento, non siamo in grado di negoziare una timeline di altri dieci anni, ma non ci arrendiamo ancora".

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Il primo ministro della Slovenia durante l'intervista.Euronews

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
"Ma vediamo che ci sono tensioni crescenti nella regione in diversi Paesi dei Balcani Occidentali. Pensa che l'Ue ne sia in parte responsabile, perché i cittadini stanno perdendo la speranza di entrare finalmente in Europa?

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"I Balcani Occidentali o semplicemente i Balcani: questa è la regione che la storia conosce come "la regione delle tensioni". Se si discute, per esempio, dei confini, i confini sono ancora importanti nei Balcani Occidentali, allora non vedo nessuna buona soluzione che possa essere presa, con il consenso popolare, nella regione e anche in Europa. Ma la soluzione per questi problemi è che stiamo rendendo i confini meno importanti e con l'adesione all'Ue, i confini sono meno importanti".

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Ma questo è ancora lontano dall'accadere, almeno per il momento.

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"Dipende..."

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Lei è preoccupato, per esempio, che se l'Ue non cambia rotta o non dà una precisa timeline o una scadenza per l'allargamento, questi paesi si rivolgeranno di più verso la Russia o la Cina?

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"L'Unione europea è il più grande investitore nella regione. È molto importante ed è una cosa apprezzata. Ma, in queste aree, abbiamo dei concorrenti. Ci sono anche, come lei ha detto, la Cina, la Russia, la Turchia. Anche loro stanno arrivando con gli investimenti e non li stanno condizionando a nulla. L'Europa, viceversa, li sta condizionando con gli standard europei, lo stato di diritto, le riforme e tutto questo va bene se c'è una luce alla fine del tunnel. Ma se la prospettiva di adesione all'Ue non è concessa, allora penso che cominceremo a perdere questa competizione, la battaglia della concorrenza".

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
C'è un rischio reale...

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"C'è un solo un grande vantaggio dalla nostra parte: l'adesione all'Ue".

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Ma ora passiamo a un altro argomento. Vediamo che la difesa dell'Ue e la migrazione sono di nuovo in cima all'agenda. L'Afghanistan è stato un momento spartiacque. Cominciamo con la questione della migrazione, visto che abbiamo anche il forum dell'Ue sul reinsediamento in Afghanistan. L'Ue dovrebbe impegnarsi concretamente affinché gli afghani possano migrare legalmente in Europa, gli afghani che hanno bisogno di migrare legalmente in Europa?

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"No".

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
L'Ue deve essere all'altezza dei suoi valori umanitari?

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"Gli afghani bisognosi, penso, che facevano parte di questa categoria sono già in Europa. Alcuni di loro sono negli Stati Uniti. Ma per tutti gli altri che vogliono immigrare in Europa per motivi economici - non perché facevano parte delle missioni NATO e così via, e non sono in pericolo - penso che dobbiamo usare le normali procedure, in modo che soddisfino i criteri. Nessun cosiddetto corridoio umanitario, no, non sono d'accordo. L'Unione europea non ripeterà l'errore che alcuni paesi membri hanno fatto nel 2015 dopo la guerra in Siria".

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Inquadratura durante l'intervista.Euronews

"Migranti: l'errore della Germania nel 2015"

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Quindi, per lei, la Germania ha fatto un errore nel 2015...

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"Penso che la Germania abbia fatto un errore. Provate ad immaginare: la Slovenia è un Paese di poco più di due milioni. E in poche settimane nel 2015, mezzo milione di migranti ha attraversato il paese. Il nostro confine è crollato e sono crollati anche i confini di alcuni altri Paesi. Quindi, non è solo la fase finale delle conseguenze, è anche l'intero percorso degli eventi che va preso in considerazione. E se vi ricordate la campagna per la Brexit, i migranti che attraversavano la Croazia, la Slovenia e gli altri paesi sono stati usati da coloro che sostenevano la Brexit".

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
"Sono stati usati", come dice lei. Forse fa parte della propaganda politica in alcune parti d'Europa.

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"Sa, è difficile capire quando vedi migliaia di giovani uomini, militarmente abili, che attraversano il confine senza famiglie, senza donne, senza bambini e vengono tutti accolti come rifugiati. Questa è una cosa che non può andare avanti...".

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La giornalista greca Efthymia Koutsokosta.Euronews

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Come vedo, ci sono diversi approcci all'interno del blocco europeo quando si tratta di valori umanitari. Alcuni Stati membri insistono nel voler difendere lo stato di diritto e altri Stati, specialmente quelli dell'est, che hanno un'opinione molto diversa, anche se hanno firmato i trattati, su questi valori. Qual è la sua sensazione al riguardo? Quanto è sostenibile tutto ciò?

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"C'è quello che è scritto nel trattato e poi c'è l'uso o l'abuso politico del termine stato di diritto. Così abbiamo una Carta europea, una carta dei diritti umani, ma nel linguaggio politico, specialmente nel Parlamento europeo, ognuno può aggiungere a questa lista quello che vuole. Quindi stato di diritto è un termine politicamente abusato e usato per la battaglia politica".

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Ma immagino che la libertà di stampa e l'indipendenza giudiziaria facciano ovviamente parte dello stato di diritto...

Janez Janša, primo ministro sloveno.
"No. La libertà di parola, che include anche la libertà dei media e l'indipendenza del potere giudiziario non è solo un valore, è parte del sistema, non solo dell'Unione europea, ma è parte del sistema costituzionale di ogni singolo Stato membro. Se questo non è il caso, non si è in grado di diventare membri dell'Unione europea".

"Questa Commissione europea è troppo politica"

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This is "Global Conversation"!Euronews

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Ma lei vede un attacco politico da parte di alcuni Stati membri verso, per esempio, il suo paese o l'Ungheria o la Polonia, per citarne qualcuno?

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"Beh, se si raccoglie la maggioranza nel Parlamento europeo e questa è una maggioranza politica, si può nominare e incolpare qualsiasi paese. Quindi, non credo che questo sia molto positivo. Il Parlamento europeo è un luogo di dibattiti politici e anche di conflitti politici. Ma non è lo stesso con la Commissione europea e il Consiglio europeo. Secondo il trattato, la Commissione europea dovrebbe rimanere fuori dalle battaglie politiche: è lo stata fino alla Commissione-Juncker e poi questo è cambiato. Penso che questo sia vicino alla violazione dello stato di diritto, perché la Commissione deve essere un intermediario onesto".

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
E non lo è?

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"Non in tutti i casi. Per esempio, Věra Jourová sta, secondo me, rilasciando dichiarazioni che sono una chiara violazione del trattato. Ma è sostenuta dalla stampa europea".

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Ma lei può ancora sostenere le politiche europee con le persone che, secondo lei, attaccano il suo approccio alla democrazia?

Janez Janša, primo ministro sloveno:
"Penso che l'Unione europea sopravviverà se saremo in grado di combinare questi due livelli di decisioni democratiche. Il primo è a livello nazionale e il secondo è a livello europeo. E a volte ci sono degli scontri, il che è comprensibile perché è la prima volta che lo facciamo".

- Efi Koutsokosta, giornalista Euronews:
Primo ministro, la ringrazio molto per questa intervista molto interessante.

Janez Janša, primo Ministro sloveno:
"Grazie per le domande molto interessanti".

Risorse addizionali per questo articolo • EDIZIONE ITALIANA, DOPPIAGGIO E WEB: Cristiano Tassinari

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