Mafie invisibili: com'è cambiato il loro modo di operare durante la pandemia?

Mafie invisibili: com'è cambiato il loro modo di operare durante la pandemia?
Diritti d'autore Luca Bruno/AP2006
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Di Giorgia Orlandi
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Intervista al direttore della Dia Maurizio Vallone: "Le mafie stanno vivendo un momento di sommersione, ovvero cercano il più possibile di restare invisibili per non farsi notare da forze dell'ordine e magistratura"

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Che le mafie abbiano già investito in passato nei fondi europei è cosa nota, l'ultima relazione della direzione investigativa antimafia consegnata al parlamento lo scorso settembre e relativa al secondo semestre del 2020, racconta che le organizzazioni criminali sono pronte a sfruttare tutti i vantaggi della pandemia, come nel caso delle ingenti risorse messe a disposizione dall'Unione Europea per fronteggiare le conseguenze della crisi sanitaria.

Negli ultimi tempi le mafie sono interessate più agli affari e grazie alla Covid economy è cresciuta la loro capacità imprenditoriale. Soprattutto, come ci spiega il direttore della Direzione investigativa antimafia (Dia), stanno vivendo un momento di "sommersione", ovvero cercano il più possibile di restare invisibili per non farsi notare da forze dell'ordine e magistratura.

"Ci sono molti meno omicidi, meno sparatorie e attentati e una maggiore infiltrazione nell'economia legale, negli appalti, nell'imprenditoria e anche nella pubblica amministrazione - dice Maurizio Vallone, direttore della Direzione investigativa antimafia -. Negli ultimi sei mesi abbiamo avuto solo due omicidi di mafia, penso che sia un record storico".

L'emergenza ha aperto nuovi spazi dove fare affari, come nel caso dell'aumento degli appalti nel settore sanitario e della prevenzione. "Dove c'è urgenza c'è una semplificazione delle procedure d'appalto - dice Vallone -. E dove c'è una semplificazione ovviamente c'è il pericolo che i controlli non vengano svolti nella maniera opportuna e dunque si lasci spazio a imprese che sono colluse o direttamente controllate da mafiosi".

La lotta al crimine è diventata quindi più complessa così come il monitoraggio delle infiltrazioni mafiose. "Bisogna sviluppare al massimo l'intelligence a fini preventivi - sottolinea Vallone -. Dobbiamo verificare ogni singolo appalto, ogni singola impresa che voglia partecipare a delle gare di appalto, sia per i fondi europei sia per quelli nazionali. Serve uno screening di tutte queste aziende ed evitare che siano collegate a delle organizzazioni criminali".

Ma non c'è solo l'attività legata alla pandemia a fare la differenza. Le mafie, spiega Vallone, hanno un rapporto diverso con quelle estere. Rispetto ad una decina di anni fa, quando ancora c'erano dei conflitti, oggi le organizzazioni criminali albanesi o dell'est Europa operano in sinergia con quelle endogene riuscendo a collaborare soprattutto nell'ambito del traffico di stupefacenti.

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