Strage discoteca: procedimento bis, no a Comune parte civile

Prossima udienza gup Ancona 16/12. Citati 5 responsabili civili
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Di ANSA
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(ANSA) - ANCONA, 30 SET - No alla costituzione di parte civile del Comune di Corinaldo nel procedimento 'bis' per la strage della discoteca Lanterna Azzurra avvenuta nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018; nella calca e dopo il cedimento di una balaustra fuori dall'uscita di emergenza n.3, seguita al fuggi fuggi provocato da spruzzi di spray al peperoncino, morirono cinque minorenni e una madre 39enne. Lo ha deciso il gup di Ancona Francesca De Palma nell'udienza preliminare che coinvolge 19 imputati (18 persone fisiche e la società Magic srl) sotto accusa per le carenze di sicurezza del locale e una gestione non adeguata dell'emergenza, ravvisate dai consulenti della procura e dalle Le accuse, a vario titolo, sono di cooperazione in omicidio colposo, lesioni anche gravissime, falso e disastro colposo Tra i chiamati in causa, proprietari del locale, gestori, addetti alla sicurezza, tecnici, consulenti e componenti della Commissione di vigilanza - tra cui il sindaco - che diede il nullaosta nel 2017 per pubblici spettacoli nell'ex capannone agricolo. "Ho cercato di mantenere una linea che è quella della presenza, - ha detto Principi a margine dell'udienza - fino alla fine cercare di collaborare in prima persona rispetto a questa drammatica vicenda con il solo obiettivo di raggiungere la verità rispetto a quello che è successo e ce la metterò tutta". Quanto ai famigliari delle vittime, la sua volontà è di "non invadere, non forzare. Sono qui se qualcuno si vuole confrontare con me, come sto facendo adesso, do massima disponibilità". Prossima udienza il 16 dicembre quando verranno formalizzate le richieste di riti alternativi: per ora richieste ufficiose di tre patteggiamenti e cinque giudizi abbreviati tra i quali uno condizionato. Intanto ammesse le parti civili (oltre alle vittime quasi 200 le persone che rimasero ferite) e autorizzata la citazione di cinque responsabili civili: il Ministero dell'Interno, l'Unione dei Comuni Misa e Nevola, il Comune di Corinaldo e la società "W.A.R private security" che si occupava di sicurezza nel locale la sera della strage. (ANSA).

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