Processo all'orrore delle stragi di Parigi 2015, Salah Abdeslam alla sbarra

Processo all'orrore delle stragi di Parigi 2015, Salah Abdeslam alla sbarra
Diritti d'autore ΑΡ
Diritti d'autore ΑΡ
Di euronews e ansa
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Salah Abdeslam, il franco-marocchino unico sopravvissuto fra i kamikaze dei commando terroristici del 13 novembre 2015, ha esordito al maxi-processo aperto a Parigi per le stragi jihadiste con queste parole : "Allah è l'unico dio e Maometto è il suo profeta"

PUBBLICITÀ

Salah Abdeslam, il franco-marocchino unico sopravvissuto fra i kamikaze dei commando terroristici del 13 novembre 2015, ha esordito al maxi-processo aperto a Parigi per le stragi jihadiste con queste parole : "Allah è l'unico dio e Maometto è il suo profeta".

Il presidente Jean-Louis Périès, ha tagliato corto su queste dichiarazioni. Abdeslam ha confermato la sua identità, rifiutando però di declinare le generalità dei genitori: "I nomi di mio padre e di mia madre - ha detto - non hanno nulla a che vedere qui". Infine, alla domanda sulla sua professione - rivolta anche a tutti gli altri imputati - Salah Abdeslam ha risposto "Allah è l'unico dio" specificando che ha "abbandonato l'attività per diventare un combattente dello Stato Islamico". Abdeslam è apparso con indosso una camicia nera a maniche corte e pantaloni neri, i lunghi capelli legati all'indietro.

La provocazione dell'imputato

"Abdeslam ha parlato e continua a provocare - dice l'avvocato di una delle parti civili, Méhana Mouhou - Il suo silenzio era una provocazione, le sue parole sono ora una provocazione. Dice di essere un combattente di Allah, ma non per Allah. Allah non gli ha chiesto proprio nulla. Dobbiamo fare attenzione che questo processo non si trasformi in un amplificatore di queste idee nefaste".

Ma i sopravvissuti alle stragi si sentono rassicurati da come i giudici hanno reagito alle parole dell'imputato.

"Il presidente ha preso delle contromisure, è stato fermo - dice Thierry - Non ha fatto in modo che il tono degenerasse. Da questo punto di vista mi sento molto rassicurato".

"Non c'è stato nulla di sorprendente, è esattamente il copione di Bruxelles; ciò che è un po' sorprendente è che invece di seguire la logica smette di parlare e risponde a metà delle domande. Non è un comportamento molto intelligente": conferma Arthur Dénouveaux un sopravvissuto alla strage del Bataclan.

Metabolizzare il tragico passato

Il processo è molto importante proprio per metabolizzare l'orrore e per aiutare i parenti delle vittime a trovare giustizia e sedare almeno in parte l'atrocità del passato. "Siamo di fronte a un abisso di violenza e di orrore e in questo quadro giuridico, con le regole del processo penale che risponde a criteri ben precisi, si cerca di inquadrarlo in un contesto più logico in modo da poter ricalibrare la nostra visione su quello che è successo e cominciare a ricostruire": spiega Paul-Mathieu de La Foata, avvocato delle vittime.

Imponenti misure di sicurezza

L'apparato di sicurezza per il maxi-processo è enorme anche solo per entrare nelle aule della corte d'appello ristrutturate allo scopo ci vogliono due ore in tutto; possono essere pr esenti nell'aula e nelle sale adiacenti ben 2000 persone.

Le prime udienze saranno soprattutto procedurali, alla fine di settembre ci saranno le testimonianze dei sopravvissuti. La sentenza dovrebbe arrivare a maggio del prossimo anno.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Attentati a Bruxelles, il verdetto: sei dei dieci imputati condannati per omicidi terroristici

Salah Abdeslam sconterà l'ergastolo ostativo

Europee, i conservatori francesi fanno campagna elettorale sull'immigrazione al confine italiano