Afghanistan, Joe Biden sotto pressione. I repubblicani chiedono le dimissioni

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Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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Di Debora Gandini
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Per Biden il ritiro da Kabul è stato un successo. Per i repubblicani è stato un disastro morale. Il Presidente USA difende le sue scelte e lancia un monito: "nuove minacce come nel 2001"

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A Washington l’aria è tesa. Il Presidente Joe Biden appare sempre più isolato a pochi giorni dal ritiro totale delle forze militari dall’Afghanistan. I repubblicani chiedono l’impeachment o le dimissioni. Il leader della Casa Bianca difende ogni sua scelta, definisce la dipartita da Kabul un successo ma parte dell’opinione pubblica, anche quella che lo ha sempre difeso, incalza e lo accusa di disastro morale. 

Per Biden ritirare le truppe statunitensi dall’Afghanistan è stata la scelta più saggia e più giusta per l’America. “Era ora di finire questa guerra durata vent’anni, ha dichiarato nel suo discorso alla nazione. “Mi assumo tutte le responsabilità. La scelta era andare via seguendo gli accordi fatti dal mio predecessore o un’escalation militare inviando altre migliaia di soldati. Ora dobbiamo guardare al futuro e affrontare le sfide di questo secolo, come la competizione con Cina e Russia. Il mondo è cambiato».”

Le sfide del Presidente Joe Biden

Il presidente americano è stato duramente criticato specie per la situazione di caos che si era creato allo scalo di Kabul durante le le evacuazioni e per le immagini dei talebani in festa dopo il ritiro di tutte forze occidentali. Biden ha ribadito che il 90% degli americani che voleva lasciare l’Afghanistan è stato in grado di farlo. Per quelli rimasti nel Paese, 100-200 persone, non c’è una scadenza ma potranno rimpatriare quando vorranno.

A mettere sotto pressione l’amministrazione USA e Biden stesso ci pensano i rapporti diplomatici da stabilire con i talebani tornati al potere in Afghanistan. Quel gruppo di fondamentalisti che gli Stati Uniti aveva rovesciato dopo gli attacchi dell’11 settembre. Un conflitto costato agli americani oltre 2.300 miliardi di dollari e più di 2.400 morti tra militari e civili. “Il dovere ora è proteggere gli Stati Uniti da nuove minacce terroristiche come quelle del 2001” ha concluso il Presidente USA. Minacce come quelle dell’ISIS-K , una cellula dell’Autoproclamato Stato Islamico che la scorsa settimana a Kabul ha sparso sangue e terrore.

Intanto, secondo indiscrezioni, c’è chi trema all’interno del Dipartimento di Stato USA e al Pentagono. Nel mirino il Segretario di Stato Antony Blinken, quello alla Difesa Lloyd Austin e il consigliere per la Sicurezza nazionale Jack Sullivan, accusati di aver sottovalutato gli eventi trasformando il ritiro dall’Afghanistan in una catastrofe.  

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