Macron regista della diplomazia mediorientale a Bagdad

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Nel grande incontro della capitale irachena la Francia sottrae spazio diplomatico agli Usa e si pone al tavolo di grandi duellanti come Iran e Arabia Saudita

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 In visita a Baghdad, il presidente francese Emmanuel Macron rilancia la sua offensiva diplomatica mediorientale proprio mentre Biden sconta a caro prezzo  l'ultima crisi afghana. L'incontro con i massimi rappresentati dei poteri forti del Medio oriente svela non poche novità come quella di veder seduti allo stesso tavolo rappresentanti di paesi che da anni si combattevano e basta. Pensiamo a Iran e Arabia Saudita, Qatar ed Egitto. Il capo dell'Eliseo, che ha incontrato i leader iracheni e visitato le forze speciali francesi che combattono i ribelli dello Stato islamico, ha affermato che i soldati dell'Armée resteranno in territorio iracheno finché saranno graditi dall'Iraq. "Qualunque siano le scelte americane, manterremo la nostra presenza per combattere il terrorismo in Iraq, finché i gruppi terroristici continueranno ad operare, finché il governo iracheno ci chiederà questo sostegno": ha detto a chiare note in conclusione dei lavori.

I grandi nemici

A Bagdad Iran e Arabia Saudita hanno proseguito un faticoso disgelo. Non ci si aspetta una svolta diplomatica ma la regione è proprio il fulcro di scontri e incontri fra Stati Uniti e loro alleati e rivali come l'Iran da sempre ostile al più grande alleato di Washington nella regione: l'Arabia Saudita. " Gli americani non portano pace e sicurezza alla gente della regione. Piuttosto, erano il principale fattore di insicurezza, poiché questo problema può essere chiaramente visto e sentito in molti paesi della regione ha detto il capo della diplomazia di Teheran Hossein Amir-Abdollahian.

Tutte le star del Medio oriente

Tra i capi di Stato presenti c'erano il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi, il re Abdallah di Giordania, l'emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani. Kuwait ed Emirati Arabi Uniti hanno inviato i loro capi di governo e la Turchia il suo ministro degli Esteri. "Né ingerenza, né indifferenza", ha ripetuto il capo dell'Eliseo ai giornalisti presenti alla visita che gli chiedevano notizie sul futuro del contingente francese in Iraq.

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