Il ministro della Salute intende abolirli a ottobre, invece che a finire 2021. E a fargli sponda ci sono diversi Land
Era stata capofila tra i paesi virtuosi nel tracciamento anti-Covid: merito di una massiccia campagna di tamponi grauiti che la Germania aveva messo in campo, caso più unico che raro in Europa, fin dalla primavera del 2020.
Ma ora, anche qui i tamponi a costo zero stanno diventando tabù: il ministro della salute Jens Georg Spahn - pur tra le proteste dei liberali dell'FDP - intende accantonarli nel prossimo ottobre, anziché a fine 2021 come preventivato.
E in vista del vertice stato-regioni previsto per domani (martedì 10), dove la cancelliera Merkel incontrerà i presidenti dei vari Land, si fanno sempre più insistenti le voci a sostegno di Spahn: Berlino, insomma, potrebbe presto seguire la strada già tracciata da Parigi, che di recente ha rimesso il cartellino del prezzo sui tamponi.
A favore si sono espressi, i presidenti della Bassa Sassonia e del Baden-Württemberg e il candidato cancelliere della SPD Olaf Scholz .
L'obiettivo dichiarato è incentivare la campagna vaccinale, ma in molti lamentano anche il peso eccessivo che, sul lungo periodo, i test gratuiti avrebbero sulle casse statali.
Ma oltre alla questione dei costi, proprio la lentezza della campagna di immunizzazione sarà all'ordine del giorno nel vertice di martedi: l'incidenza settimanale di nuovi casi (arrivata ormai a un tasso di crescita del 20%) probabilmente non sarà più l'unico indicatore per le contromisure da adottare. Il Ministero vuole aggiungere anche i posti occupati nelle terapie intensive e, per l'appunto, il tasso di vaccinazione