Chievo; se non passa il ricorso al Tar, o Dilettanti o sparizione

Una leggenda del Chievo: Sergio Pellissier. Qui nel giorno della celebre tripletta alla Juventus.
Una leggenda del Chievo: Sergio Pellissier. Qui nel giorno della celebre tripletta alla Juventus. Diritti d'autore ALBERTO RAMELLA/AP
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Di Cristiano Tassinari
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Niente da fare per i "mussi volanti": anche il Collegio di Garanzia del Coni ha bocciato la loro iscrizione alla serie B. Estromesse dalla C anche Carpi, Novara, Sambenedettese e Casertana. Alle escluse resta solo la chance del Tar del Lazio. Rinviata, intanto, la composizione dei campionati

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Anche il Collegio di Garanzia del Coni ha bocciato il ricorso del Chievo contro l’esclusione dalla Serie B.

Poco dopo le 22 di ieri sera è arrivato il verdetto che allontana quasi definitivamente i "mussi volanti" dal calcio professionistico (al suo posto sarà ripescato il Cosenza).
Ora non resta che l’ultima porta di servizio, quella del Tar del Lazio, che con la sezione Ter - entro una settimana - deciderà sull’ulteriore ricorso, già annunciato dalla società veronese.

C'è, tuttavia, una novità. Il Consiglio Federale della FIGC, che oggi doveva stabilire gli organici dei campionati di B e C, ha preferito rinviare alla prossima settimana (dovrebbe essere il 2 agosto), proprio in considerazione dei ricorsi al Tar del Lazio. E, nell'eventualità di riammissioni, per non avere squadre in sovrannumero.

Piccolo refolo di speranza.

Delle squadre coinvolte nella vicenda di rateizzazioni di contributi Inps e Irpef non corrette o non pagate interamente, il Coni ha salvato solo la Paganese, nonostante i 4,5 milioni di euro di debito con l’Erario del club campano, e bocciato tutte le altre: fuori dalla serie C, dunque, il Carpi, la Sambenedettese, il Novara e la Casertana (che non aveva presentato la fidejussione di 350.000 euro necessaria per l'iscrizione), con ripescaggi possibili per Latina, Lucchese, Andria e una fra Fano e Pistoiese.

C'è chi piange e c'è chi ride.

Il ricorso al Tar, per ora, farà da sospensiva allo svincolo di tutti i tesserati della prima squadra e del settore giovanile di tutte le squadre coinvolte. Al momento, quindi, i giocatori rimangono di proprietà dei club.

Antonio Calanni/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved
Quando, contro il Chievo, debuttò in Italia un certo Cristiano Ronaldo. 18.8.2018Antonio Calanni/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved

Per non far morire il calcio al quartiere Chievo di Verona, a Carpi, a San Benedetto del Tronto, a Novara e a Caserta, però, servirà una decisione coraggiosa del Tar del Lazio, che - quel punto - avrebbe aggiunto "legalmente" squadre ai gironi e ai campionati: la serie B, quindi, con un Chievo eventualmente riammesso, avrebbe potuto essere di 21 squadre. Cosa che il presidente Gravina ha voluto evitare, rinviando prudentemente la composizione dei campionati.

L'unica ufficializzazione, quindi, è stata la ratifica della rinuncia alla serie C del Gozzano, che ha vinto il campionato di serie D, ma ha preferito rinunciare alla promozione. 
Al posto dei piemontesi, in base alla graduatoria dei playoff di D, dopo la rinuncia dell'Aglianese (prima) e la bocciatura del Messina FC (secondo), toccherà al Picerno (terzo). 

Se non dovesse funzionare nemmeno questo ultimo ricorso, l'alternativa, per il Chievo e per le altre squadre, è trovare - tramite la "sponda" dei sindaci delle città coinvolte - nuovi imprenditori disposti ad una ripartenza almeno dai Dilettanti, o dalla serie D o addirittura dal campionato di Eccellenza.

Mettiamo il caso di Luca Campedelli, la cui famiglia gestisce da sempre il Chievo: estromesso giocoforza dal calcio professionistico, finirebbe nel "libro nero" dei dirigenti che non possono più guidare una società di calcio. Il Chievo, a quel punto, per non sparire definitivamente, avrà bisogno di un nuovo proprietario.
E se non si dovesse trovare...fine del Chievo.

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