Tre settimane per contare i voti: la vittoria scontata di Abyi Ahmed: quando si voterà nel Tigrè?

Tre settimane per contare i voti: la vittoria scontata di Abyi Ahmed: quando si voterà nel Tigrè?
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Di Cristiano TassinariEuronews
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Dopo venti giorni, ufficializzata la vittoria nell'elezioni in Etiopia dello scorso 22 giugno dell'attuale primo ministro Abyi Ahmed. Ma in molte regioni non si è votato, per motivi di sicurezza. Dopo il cessate il fuoco, quando si voterà nel Tigrè?

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Quasi tre settimane di scrutinio per il risultato, scontato, delle elezioni del 21 giugno in Etiopia.

Vittoria per il "Partito della Prosperità", il partito del primo ministro Abiy Ahmed, Premio Nobel per la Pace 2019, che cosi conquista il suo secondo mandato.

Secondo i dati del National Election Board of Ethiopia (NEBE), Il "Partito della Prosperità" ha ottenuto oltre 400 seggi su un totale di 436, ma le elezioni non si sono svolte in tutte le zone del paese: non si è votato, ad esempio, nella regione separatista del Tigrè, devastata da una sanguiosa guerra civile proprio con l'esercito regolare etiope, causando il rischio di carestia, secondo l'Onu, per circa 400.000 persone.

Nell'Oromia, la regione più popolosa del paese (nonchè la regione natale di Abiy Ahmed), il "Partito della Prosperità" ha corso da solo: i partiti dell'opposizione - il Congresso Federalista Oromo e il Fronte di Liberazione Oromo - avevano preferito ritirarsi dopo intimidazioni e l'arresto di alcuni avversari politici locali del primo ministro.

Abiy Ahmed ha esultato soddisfatto al risultato di quella che ha descritto come un'elezione "storica", la prima volta che ha affrontato le urne da quando è stato nominato primo ministro nel 2018, in seguito ad anni di proteste anti-governative.

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21 giugno 2021: al voto all'Entoto Park di Addis Abeba.Ben Curtis/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved

Voto dimezzato e discutibile

Non si è votato in un quinto delle 547 circoscrizioni del paese.
Una seconda tornata elettorale dovrebbe aver luogo il 6 settembre in molte delle zone in cui non si è potuto votare il 21 giugno, a causa di violenze etniche o di problemi logistici.

Ma non c'è ancora una data fissata per le elezioni nel Tigrè, dove i combattimenti hanno imperversato fino al novembre scorso, prima che le truppe governative si ritirassero alla fine di giugno di fronte all'avanzata dei ribelli e il governo di Abiy Ahmed dichiarasse un cessate il fuoco unilaterale, valido fino a settembre.

La giornata elettorale non ha visto "violazioni gravi o diffuse dei diritti umani" nelle stazioni osservate dalla Commissione etiope per i diritti umani (EHRC).

Tuttavia, in un rapporto preliminare, la EHRC ha notato che alcune circoscrizioni hanno subito "arresti impropri", intimidazioni agli elettori e "molestie" nei confronti di osservatori e giornalisti.

L'EHRC ha anche detto di aver registrato diversi omicidi nei giorni precedenti il voto nella regione dell'Oromia.

L'opposizione "National Movement for Amhara" ha presentato un reclamo alla commissione elettorale per "gravi problemi" durante il voto.

"Molti dei nostri osservatori sono stati picchiati e inseguiti dalle milizie del partito al potere", ha detto l membro anziano del partito, Dessalegn Chanie.

Sotto le aspettative la percentuale di voti ottenuti dall'Ethiopian Citizens for Social Justice (EZEMA), principale opposizione nazionale dello strapotere di Abyi Ahmed.

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