Bielorussia: condannato a 14 anni l'ex candidato ed oppositore Viktor Babariko

Viktor Babariko
Viktor Babariko Diritti d'autore AP Photo
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Di Debora Gandini
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La decisione arriva dalla Corte suprema bielorussa. L'oppositore del Presidente Lukashenko è accusato di riciclaggio e corruzione. I suoi legali: "Porteremo il caso alle Nazioni Unite"

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Era uno degli avversari di Aleksandr Lukashenko alle elezioni presidenziali del 9 agosto scorso, anche se alla fine non fu ammesso. Ora arriva la condanna a 14 anni di carcere per Viktor Babariko, con l’accusa di corruzione.  

Secondo la giustizia bielorussa avrebbe riciclato fondi ottenuti in modo criminale, intascando una maxi tangente di 11 milioni e mezzo di dollari. Babariko e la sua difesa definiscono questa vicenda e questa condanna un caso politico. Non mi vergogno della mia vita, anche mio figlio è in carcere. Non ho nulla da temere ha detto l’ex avversario del Presidente Lukashenko.

Dmitry Layevsky, uno dei suoi legali punta il dito contro l’attuale governo e definisce uno scandalo. "All’imputato viene negata la possibilità di appellarsi contro una sentenza ingiusta, ma questa sarà impugnata presso l'ordine di vigilanza non appena possibile. Solleveremo la questione di Viktor Babariko davanti al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite".

"Impugneremo la sentenza non appena possibile. Solleveremo la questione di Babariko davanti al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite".
Dmitry Layevsky
Avvocato difensore di Viktor Babariko

Nel maggio dell'anno scorso Babariko aveva lasciato la carica di presidente della direzione di Belgazprombank per correre per la presidenza della Bielorussia. Secondo sondaggi non ufficiali era considerato il principale rivale del presidente Lukashenko.

A giugno, dopo l'annuncio della sua partecipazione alla campagna elettorale, Babariko e suo figlio furono arrestati e poi messi in un centro di detenzione preventiva dell'Agenzia per la sicurezza. La Commissione elettorale non gli aveva permesso di partecipare alle presidenziali, citando una lettera del Comitato di controllo dello Stato sulle presunte attività illegali dell'oppositore e sul suo reddito ottenuto illegalmente. 

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