M5S: e poi? La lunga crisi per la leadership sembra chiudersi con la separazione

Giuseppe Conte - conferenza stampa 28/6/2021
Giuseppe Conte - conferenza stampa 28/6/2021 Diritti d'autore Euronews
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Di Diego Malcangi
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Mentre Di Maio presiede il G20, il leader in pectore e il garante del suo movimento sono ai ferri corti. Disputa che sembra ormai concludersi con la rinuncia di Conte. Resta da vedere cosa accadrà nel movimento.

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C'era una volta Beppe Grillo, c'era un movimento fatto di meetup e di tentata democrazia digitale, c'era un leader con il suo popolo, ed era leader perché si voleva garante. E c'erano tanti no: all'Euro inizialmente, a TAV TAP e tante altre infrastrutture, a una casta politica tutta da buttare.

E poi fu Giuseppe Conte, che si auto-definì avvocato del popolo quando gli fu offerta la Presidenza del Consiglio, quando i 5 stelle divenuti primo partito dovettero adeguarsi ed allearsi, pena il non poter governare. Storia lunga, passata per due governi con colori diversi e opposti, fino alla leadership del movimento finita a quanto pare nel nulla:

"Una forza politica che vuole recitare un ruolo da protagonista non può affidarsi allo schema di un leader ombra affiancato da un prestanome. In ogni caso, quel prestanome non potrei mai essere io".

Era una sorta di ultimatum di Conte, storia di lunedì, proprio mentre Luigi Di Maio riceveva i ministri degli Esteri di mezzo mondo. In rappresentanza di un governo di cui fa parte anche ciò che rimane del M5S, e in fondo anche del movimento, di cui è uno dei leader e non si sa mai che non finisca per riprenderne la guida. E a G20 ancora in corso, la dura replica di Grillo, sul suo blog.

Scrive, di Conte: "non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi. Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco".

"Perciò - concludeva - indìco la consultazione in rete degli iscritti al MoVimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau".

Quello che accadrà ora nel movimento è tutto da scoprire: il dibattito sulla leadership tra i due, però, sembrerebbe ormai chiuso. 

“Andiamo avanti? Mai indietro, ci sono rimasto (male) ma non tanto e solo per me. Questa svolta autarchica, credo sia una mortificazione per un’intera comunità che io ho conosciuto bene e apprezzato di ragazze e ragazzi, persone adulte che hanno creduto in certi ideali. E’ una grande mortificazione per tutti loro”, ha poi commentato Conte intercettato da LaPresse. Secondo l'agenzia "tira aria di scissione".

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