Le scuole della vergogna: trovate 700 tombe in un collegio per indigeni in Canada

Rabbia e cordoglio delle popolazioni indigene canadesi, per il sistema dei convitti obbligatori di cui il governo si è servito per le sue politiche di assimilazione forzata
Rabbia e cordoglio delle popolazioni indigene canadesi, per il sistema dei convitti obbligatori di cui il governo si è servito per le sue politiche di assimilazione forzata Diritti d'autore Chris Young/AP
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Di Eloisa Covelli
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Il rinvenimento nell'area fino al 1997 occupata dalla Marieval School: uno dei convitti obbligatori a cui il governo ricorreva da fine Ottocento per ottenere l'assimilazione forzata dei bambini delle popolazioni indigene. A gestirli, nella maggior parte dei casi, era la Chiesa cattolica

130 convitti obbligatori per oltre 150.000 bambini: i numeri dell'assimilazione forzata

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Nuove, macabre ombre sulle politiche di assimilazione forzata del Canada nei confronti delle popolazioni aborigene. 751 tombe senza nome sono state riportate alla luce in Saskatchewan, nell'area un tempo occupata dal collegio Marieval, uno degli oltre 130 convitti, in buona parte gestiti dalla Chiesa cattolica fino alla fine degli anni '90, e in cui più di 150.000 bambini delle comunità aborigene sono stati rinchiusi a partire dalla metà del XIX secolo per costringerli all'integrazione culturale.

Si tratta della seconda scoperta in un mese. Altri 215 resti di bambini sono stati trovati vicino a quella che un tempo era la Kamloops Indian Residential School, uno degli istituti più grandi. Gli scavi al collegio Marieval, sono iniziati alla fine di maggio dopo il primo ritrovamento.

I Missionari oblati di Maria Immacolata, che gestivano 48 istituti in Canada, tra cui i due dei ritrovamenti, hanno preso l'impegno di rendere pubblici i loro archivi per riuscire a far luce sui fatti dell'epoca. "Siamo costernati per il nostro coinvolgimento in quelle scuole e per il male che hanno fatto alla popolazione indigena e alla loro comunità" hanno dichiartao in una nota.

Una comunità che ora soffre per la povertà, l'alcolismo e le violenze domestiche, le cui radici derivano da anni di persecuzione. Una commissione d'inchiesta ha stabilito che in quegli istituti molti bambini hanno subito maltrattamente e abusi sessuali. Più di 4mila sono morti per malattie e incuria.

Gli scavi

"Testimonianze convergenti ci avevano fatto supporre che fosse una zona di sepolture - dice Cadmus Delorme, rappresentante della comunità Cowesses First Nation, che oggi amministra la riserva -. Negli anni 60 c'erano forse dei nomi su queste tombe, ma la Chiesa cattolica potrebbe da allora aver rimosso le lapidi". Di certo gli scavi continueranno, il governo canadese ha promesso 4 milioni di dollari per aiutarli a portare alla luce la verità.

Lars Hagberg/AP
Commemorazioni per i 215 bambini di cui a maggio sono stati trovati i resti in British ColumbiaLars Hagberg/AP

La comunità Cowesses che amministra la riserva: "Il Papa si scusi"

"Il Papa deve scusarsi per quanto è accaduto all'istituto per bambini indigeni della Marieval residential school - dice ancora Cadmus Delorme -. Deve scusarsi per il prezzo pagato dalla nostra comunità. Le sue scuse sarebbero un primo passo, nel lungo processo per rimarginare le ferite lasciate da questi drammatici eventi".

Chris Young/AP
La comunità Cowesses chiede i conti alla Chiesa cattolica: "Il Papa si scusi"Chris Young/AP

La solidarietà di Trudeau: "Denunceremo questa ingiustizia"

"Ho il cuore spezzato - scrive su Twitter il premier canadese, Justin Trudeau -. Non possiamo riportare indietro questi bambini, ma onoreremo la loro memoria e denunceremo questa ingiustizia"

Il premier canadese Justin Trudeau si è scusato per gli orrori del passato e ha chiesto a Papa Francesco di andare in Canada e fare altrettanto. "Non possiamo riportare indietro questi bambini - ha scritto su Twitter - ma onoreremo la loro memoria e denunceremo questa ingiustizia". Già alla fine del 2017, il governo canadese aveva presentato scuse ufficiali per il sistema dei convitti obbligatori.

La risposta della Chiesa Cattolica

Dopo il primo ritrovamento il Papa all'Angelus si è detto scioccato. 

Le autorità politiche e religiose del Canada continuino a collaborare con determinazione per fare luce sulla triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e di guarigione
Papa Francesco

I vescovi canadesi starebbero lavorando per realizzare un incontro in Vaticano tra il Papa e i responsabili delle comunità indigene. Parlando alla televisione canadese, l'arcivescovo di Regina, Donald Bolen, ha detto di essere impegnato nella strada della riconciliazione: "Sarà un lungo viaggio. Abbiamo a che fare con una storia complicata. Varie forme di abuso hanno avuto luogo nelle scuole residenziali. Dobbiamo camminare a fianco degli indigeni nella loro ricerca di giustizia. Non dobbiamo nascondere nulla e chiedere scusa quando è chiaro che è importante farlo. Dobbiamo continuare con azioni concrete per la giustizia e la riconciliazione".

Chiese cattoliche a fuoco

Dopo i ritrovamenti sono quattro le chiese cattoliche andate a fuoco nella zona del Canada abitata dagli indigeni. Gli inquirenti stanno indagando sul collegamento tra gli incendi e la scoperta delle tombe.

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