La Turchia ora si fa bella per i turisti: "settore a rischio tracollo"

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Di Antonio Michele Storto
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La bella notizia è la ripresa dei voli dalla Russia, ma si spera in un afflusso anche dall'Europa. Ma la vaccinazione prioritaria per i lavoratori nel turismo fa infuriare i turchi

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La Turchia si appresta a riaprire le porte ai turisti: nella regione di Antalya, una delle più amate dai vacanzieri, gli hotel si preparano a riprendere le attività dopo mesi di battute d'arresto causate dalla pandemia, che nel solo 2020 ha provocato una flessione del 69% negli introiti del turismo, pari a 22 miliardi di dollari persi rispetto all'anno precedente

"Siamo stati chiusi per circa 20 mesi di fila" spiega Murat Ozbolat, direttore d'hotel. "Siamo contenti della revoca delle restrizioni di volo da parte della Russia, perché il 70-80% degli ospiti del nostro hotel sono russi. L'ulteriore graduale eliminazione delle restrizioni da parte dell'Europa ci dà ulteriore speranza per il resto della stagione (turistica) 2021".

Nel 2019 i turisti stranieri in Turchia ammontavano a quasi 43 milioni: 7 dei quali in arrivo dalla Russia, 5 dalla Germania e due milioni e mezzo dalla Gran Bretagna.

L'anno successivo, i visitatori erano calati a 12 milioni in tutto.

Il colpo più preoccupante, in aprile, era stata proprio la sospensione dei voli dalla Russia, quando già la Turchia era stata messa in "lista rossa" da diversi paesi europei, tra le destinazioni di ritorno dalle quali è obbligatoria la quarantena.

La paura di un'altra estate in caduta libera ha spinto il governo a introdurre quello che è stato apertamente definito un "blocco totale" per i residenti, dal quale però sono esenti i turisti, liberi di muoversi a piacimento. 

Anche nelle vaccinazioni,  ai dipendenti del comparto è stata data priorità assoluta, mentre il ministero del Turismo ha condiviso un video promozionale che mostrava il personale turco indossare mascherine con la scritta "Enjoy, I'm vaccinated".

Video che è stato però rimosso dopo le proteste del pubblico sui social media, che in gran parte non ha molto gradito la corsia preferenziale accordata ai lavoratori del settore.

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