Urne aperte in Etiopia, per le elezioni legislative. Ma in un quinto del secondo paese più popoloso dell'Africa non si vota per motivi di sicurezza. Niente elezioni nella tormentata regione del Tigrè. E il Partito della Prosperità del primo ministro Abiy Ahmed potrebbe confermarsi al governo
Lunedi di elezioni per il secondo paese più popoloso dell'Africa: l'Etiopia.
In primo piano, la drammatica situazione nella regione separatista del Tigrè, devastata dal conflitto con il governo di Addis Abeba, con il rischio di una catastrofe umanitaria e - secondo i dati dell'Onu - con 350.000 persone che vivono nella carestia più assoluta.
Il Partito della Prosperità: ma quale prosperità per l'Etiopia?
Dei 109 milioni di abitanti, solo 37 milioni sono gli elettori registrati per il voto legislativo che eleggerà i deputati nazionali e regionali del Parlamento che, a loro volta, designeranno il nuovo Primo ministro: potrebbe, peraltro, esserci la probabilissima riconferma di Abiy Ahmed, 44 anni, Premio Nobel per la Pace caduto rovinosamente in disgrazia con la vicenda-Tigrè.
Ma il suo Partito per la Prosperità (prosperità che non si vede all'orizzonte in Etiopia...) è il favorito per la vittoria a queste elezioni.
Non si vota in un quinto del paese (neppure nel Tigrè)
Elezioni già rinviate due volte, prima a causa della pandemia e poi per motivi organizzativi.
Unico vero avversario di Ahmed è l'Ethiopian Citizen for Social Justice (EZEMA), presente - però - non su tutto il territorio nazionale.
Le votazioni non si svolgeranno in quasi un quinto delle 547 circoscrizioni del paese. Non si voterà nemmeno nel Tigrè.
Alcune aree dell'Etiopia (come, appunto, il Tigrè) sono state considerate troppo insicure, afflitte da insurrezioni armate e violenze etniche.
Presenti, comunque, 40 partiti e 9.500 candidati.
Una seconda tornata elettorale avrà luogo il 6 settembre, nelle zone in cui non è stato possibile votare questa volta.
Sudan e Egitto osservano
Il voto in Etiopia sarà osservato da vicino anche da Sudan ed Egitto, che si oppongono alla Grande Diga Rinascimentale Etiope, un enorme progetto idroelettrico sul Nilo Azzurro (in costruzione dal 2011), che - secondo Sudan e Egitto - minaccia le loro riserve d'acqua