Hong Kong: no alla libertà su cauzione per i dirigenti di Apple Daily

Hong Kong: no alla libertà su cauzione per i dirigenti di Apple Daily
Diritti d'autore Kin Cheung/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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Di Debora Gandini
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È la prima volta che vengono perseguite opinioni politiche pubblicate da un organo di informazione dell'ex colonia britannica. Per gli attivisti un attacco alla democrazia da parte di Pechino

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Niente libertà su cauzione per i vertici del tabloid pro-democrazia Apple Daily. La decisione arriva dal Tribunale di Hong Kong. Restano dunque incarcere Ryan Law Wai-kwong e Cheung Kim-hung, rispettivamente Direttore e Amministratore Delegato del giornale.

I due dirigenti del quotidiano, arrestati giovedì scorso, sono stati incriminati per collusione con forze straniere, uno dei reati introdotti dalla legge sulla sicurezza nazionale nella città imposta lo scorso anno da Pechino. La legge prevede pene fino all'ergastolo per i reati di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze straniere. È la prima volta che, in virtù della nuova legge, vengono perseguite opinioni politiche pubblicate da un organo di informazione dell'ex colonia britannica.

La maxi retata nella redazione

Intanto dopo la maxi operazione del 17 giugno portata avanti da centinaia di poliziotti, le copie di Apple Daily sono esaurite nelle edicole. Nell’ultima edizione il tabloid titolava:"Dobbiamo tenere duro e restare forti" e “La libertà di stampa è appesa a un filo”. Questo il messaggio lanciato dalla redazione oggetto di una dura repressione da parte delle autorità cinesi. In tutto i dirigenti finiti in manette sono cinque.

Apple Daily è il giornale fondato dal magnate dei media Jimmy Lai, di orientamento pro-democrazia. Il tabloid, che ha aumentato la tiratura a 500 mila copie – contro le 80 mila dei giorni scorsi. È la seconda volta in meno di un anno che la sede del giornale viene perquisita dagli agenti: oltre agli arresti per sospetta violazione della legge sulla sicurezza nazionale, la polizia ha anche congelato asset per 18milioni di dollari di Hong Kong (2,3 milioni di dollari).

Sotto accusa ci sono circa trenta articoli, pubblicati dal tabloid nel 2019, in cui si chiedono sanzioni a Hong Kong e alla Cina per la repressione delle libertà e delle autonomie nella città. Per Steve Li, sovrintendente dell’Unità di Sicurezza Nazionale, avrebbero “avuto un ruolo cruciale nella cospirazione”. La solidarietà degli attivisti pro-democrazia intanto corre anche sul web. Migliaia di messaggi lanciati sui social, criptati o meno.

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