Iran al voto: l'Ayatollah Khamenei invita a non disertare le urne

Iran al voto: l'Ayatollah Khamenei invita a non disertare le urne
Diritti d'autore Ebrahim Noroozi/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Anelise Borges
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L'Iran va alle urne per scegliere il presidente. Si preannuncia una svolta conservatrice nel Paese, colpito da sanzioni e crisi economica

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Il voto presidenziale in Iran è destinato ad aprire un nuovo capitolo per il Paese, anche in relazione ai suoi rapporti con l'Occidente.

L'integralista Ebrahim Raisi è il favorito di questa competizione elettorale: è il nome che ricorre con maggiore forza quando si parla di raccogliere il testimone dal presidente moderato Hassan Rouhani, il cui più grande risultato internazionale è stato compromesso dopo il collasso dell'accordo sul nucleare del 2015.
Tra una crisi economica devastante e la pandemia di Covid-19, il rischio è adesso quello di un'astensione massiccia in occasione del voto.
Ma un fattore che potrebbe fare la differenza è che i conservatori iraniani assimilano il voto a un dovere religioso.

Iran, aprono le urne

È l'Ayatollah Ali Khamenei a votare per primo e ad aprire ufficialmente la tornata elettorale per le presidenziali in Iran. Gli elettori sceglieranno più che il nuovo capo dello Stato: le urne sanciranno in quale direzione si dirigerà il paese. Ma con solo 3 candidati rimasti in corsa, l'opinione diffusa è che non sia stata garantita una vera possibilità di scelta e le autorità si preparano a un'affluenza storicamente bassa.

Sajedeh Haji Ali è biologa e ricercatrice. La sua opinione, in qualità di cittadina iraniana, è che le urne potrebbero riservare delle sorprese: "Gli iraniani sono le persone più imprevedibili del mondo - dice  - Quindi posso dirvi che all'ultimo momento cambieranno idea e andranno a votare".

Sajedeh sostiene che il voto è più di un dovere civico, è una responsabilità religiosa perché, aggiunge, "quando il nostro leader religioso emette un decreto, tutti credono che sia vitale eseguire quel decreto".
Il leader a cui si riferisce Sajedeh Haji Ali è l'ayatollah Khamenei, che ha esplicitamente chiesto agli iraniani di votare, nonostante i livelli di fiducia nel sistema siano i più bassi di sempre e la crisi economica si traduce in elevata disoccupazione e prezzi di beni e servizi praticamente decuplicati negli ultimi 8 anni.

L'appello di Khamenei

"Il destino del Paese in tutti i campi, compresa l'economia, le questioni culturali, la sicurezza, la salute ecc, dipende dall'azione che voi, popolo dell'Iran, intraprenderete venerdì, nella volontà di Dio. Con la vostra presenza e il vostro voto, determinerete il destino del paese", ha detto l'Ayatollah, rivolgendosi ai 60 milioni di elettori in Iran.

Mentre gli iraniani votano un nuovo presidente, il potere è completamente nelle mani della Guida Suprema, in carica da 3 decenni. A 82 anni, è all'ordine del giorno anche la questione della sua successione. Alcuni media iraniani vedono l'ultraconservatore Ebrahim Raisi - il favorito nella corsa presidenziale - come possibile "erede" di Khamenei e sostengono che la sua elezione potrebbe evitare un vuoto di potere estremamente dannoso per il Paese, che affronta i problemi interni e quelli derivanti dalle sanzioni internazionali.

Uno scenario che ha portato alla vittoria schiacciante dei conservatori e all'astensione record alle elezioni parlamentari del febbraio 2020. Al di là dei quattro anni di mandato in palio, la svolta conservatrice potrebbe indirizzare la politica estera iraniana verso posizioni ancor più rigide nei confronti di Stati Uniti e Occidente, anche in relazione all'accordo sul nucleare.

Risorse addizionali per questo articolo • Stefania De Michele

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