Il Covid non ferma le guerre. Nel 2020 oltre 82 milioni le persone in fuga dalle violenze

Il Covid non ferma le guerre. Nel 2020 oltre 82 milioni le persone in fuga dalle violenze
Diritti d'autore Tsvangirayi Mukwazhi/AP Photo
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Di Debora Gandini
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Secondo il rapporto Global Trends 2020 c'è stato un aumento di persone in fuga del 4%. Secondo l’Alto Commissario Onu Filippo Grandi servono non solo aiuti umanitari ma soluzioni alle situazioni

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Il Covid non ferma le guerre. Anzi, proprio nell’anno della pandemia mondiale, l’esodo delle popolazioni dalle proprie terre è cresciuto del 4%. Nel 2020 sono state oltre 82,4 milioni le persone in fuga da conflitti, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani. Un dato preoccupante stando a Global Trends, il rapporto annuale pubblicato a Ginevra dall’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, che esorta i leader mondiali a intensificare gli sforzi per promuovere la pace, la stabilità e la cooperazione.

“Affrontare le questioni dello sfollamento interno a volte è ancora più difficile che affrontare i problemi dei rifugiati, perché nel primo caso ci si trova in mezzo a guerre. Secondo Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Pensiamo allo Yemen o all'Afghanistan. E’ una tendenza preoccupante che già avevamo osservato negli anni passati ma ora è aumentata. Il numero di sfollati interni in questo rapporto è di quasi 50 milioni”.

Siria, Yemen, Venezuela ed Etiopia, le grandi fughe

Secondo il dossier dell’Agenziail popolo più martoriato è quello siriano, con quasi 7 milioni di persone in fuga all’estero a causa di una guerra senza fine. E poi palestinesi e venezuelani. Il rapporto mostra che alla fine del 2020 c’erano 20,7 milioni di rifugiati sotto mandato UNHCR. 48 milioni erano sfollati all’interno dei loro paesi. Altri 4,1 milioni erano richiedenti asilo.

“Dietro ogni numero c’è una persona costretta a lasciare la propria casa e una storia di fuga, di espropriazione e sofferenza. Meritano la nostra attenzione e il nostro sostegno non solo con gli aiuti umanitari, ma con soluzioni alla loro situazione”, ha sottolineato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.

Nonostante il coronavirus e gli appelli della comunità internazionale per un cessate il fuoco globale non sono riusciti a fermare i conflitti in corso. Persone costrette ad abbandonare le proprie case e disperati in fuga all’interno dei loro stessi paesi, alimentando crisi in Etiopia nella regione del Tigray, ma anche in Sudan, nei paesi del Sahel, Mozambico, e Colombia. Un’emergenza nell’emergenza secondo le Nazioni Unite a cui si deve trovare una soluzione senza costruire muri né barriere. Ma cercando di dare supporto e assistenza.

Giovani in fuga senza meta

Le ragazze ed i ragazzi sotto i 18 anni rappresentano il 42% di tutte le persone costrette alla fuga. L’UNHCR ha messo in evidenza come proprio i più giovani siano anche i più vulnerabili. Quasi un milione di bambini sono nati rifugiati tra il 2018 e il 2020. Molti di loro potrebbero rimanere rifugiati ancora per molti anni. Secondo Grandi la tragedia di così tanti bambini che nascono in esilio dovrebbe essere una ragione sufficiente per adoperarsi molto di più per prevenire e porre fine ai conflitti e alla violenza.

Nel picco della pandemia da Covid, lo scorso anno, oltre 160 paesi avevano chiuso le loro frontiere, con 99 Stati che non facevano eccezioni per le persone in cerca di protezione. Ora che le restrizioni si stanno allentando il rischio è quello di un numero crescente di persone che cercherà di fuggire dal proprio Paese.

“Per trovare soluzioni adeguate occorre che i leader globali e le persone influenti mettano da parte le loro differenze, pongano fine a un approccio egoistico alla politica e si concentrino piuttosto sulla prevenzione e sulla risoluzione dei conflitti e sul rispetto dei diritti umani”, ha concluso Grandi.

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