Bennett a capo del governo in Israele dovrà guidare una fragile coalizione

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Diritti d'autore Oded Balilty/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
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Di euronews e ansa
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Non sarà un compito facile quello del neo-premier Naftali Bennett che va al governo con una coalizione molto composita. Ma intanto in Israele si chiudono i 12 anni di dominio ininterrotto di Netanyahu

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Al via un nuovo composito governo in Israele. Si rimuove l'inossidabile Netanyahu e si accoglie l'esecutivo di Naftali Bennett, leader del partito di destra Yamina. La sua è proprio una coalizione molto eterogenea, sostenuta da ben otto diversi partiti prevalentemente di destra.  Bennet ha ottenuto la metà dei voti alla Knesset (60 su 120 deputati) ma intanto ha accolto a sorpresa un partito di arabo-israeliani, la formazione conservatrice Lista Araba Unita.

Previsioni di durata

"Potrebbe durare più di sei mesi. Sei mesi di per sé è una valutazione arbitraria. L'amalgama è molto complicata con partiti ideologicamente molto disparati nonostante le intenzioni d' impegno nel voler dimostrare di garantire una governance più stabile, dopo due anni di disordine politico. Sono stati ideati molti meccanismi negli accordi di coalizione per evitare un fallimento immediato": commenta l'analista politica Dahlia Scheindlin

Inaugurazione sotto intenso il fuoco di sbarramento

Le proteste da parte dei partiti di destra sono state così vivaci e chiassose che Yair Lapid, il nuovo vice primo ministro (che tra due anni darà il cambio a Bennett nella logica dell'alternanza), ha rinunciato a pronunciare il suo discorso e alcuni prevedono che questo esecutivo potrebbe durare solo pochi mesi. Primo fra tutti Benjamin Netanyahu, che ha rifiutato di lasciare la scena politica dopo la sua rimozione e ha promesso di far cadere la nuova amministrazione a tutti i costi. Il governo ha già giurato. Ma prima del voto finale la situazione è stata di una bagarre senza fine.

Una svolta molto attesa

Nonostante l'ostilità della vecchia nomenclatura spodestata il sostegno al nuovo governo è considerato un punto di svolta fondamentale per la politica israeliana, perché oltre a dare un taglio al  dominio del contestatissimo Netanyahu interrompe uno stallo politico che durava da due anni. Le tormentate vicende della politica israeliana hanno visto sfilare quattro elezioni generali  finalmente  approdate ad una variazione di potere.  La grande novità risiede nell'inclusione di un partito arabo-israeliano cosa che non si era mai vista e che potrebbe preludere a soluzioni più condivise anche per la difficile pace nella martoriata regione.

Un delicato equilibrismo

A 49 anni  Naftali Bennett  (13°capo del governo dello stato ebraico) prende le redini di un esecutivo  con 26 ministri che rappresentano la sinistra, il centro e la destra. La sfida è comunque garantire un terreno comune su diverse questioni come la ripresa economica, la colonizzazione israeliana nei Territori palestinesi occupati o anche la delicata questione del rapporto stato/religione. Martedì prima prova: bisogna affrontare la sfida di una controversa marcia pianificata dall'estrema destra a Gerusalemme Est, settore palestinese occupato dal 1967 da Israele.

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