Prime elezioni a due anni dalla primavera algerina. Il movimento Hirak invita al boicottaggio

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Di Giulia Avataneo Agenzie:  Afp, Ansa
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Algeria al voto a due anni dalla caduta di Abdelaziz Bouteflika

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L'Algeria, il più vasto Paese africano va alle urne sabato per le prime elezioni legislative dell’era post Abdelaziz Bouteflika, il padre padrone del Paese al potere per più di due decadi. In palio ci sono i 407 seggi dell'assemblea nazionale del popolo, contesi da 1500 liste e 13mila candidati, che per lo più si dichiarano indipendenti. 

Ma il movimento di piazza Hirak, che nell'aprile 2019 ha spinto alle dimissioni l’autocrate , con la definitiva spallata dei militari, boicotterà il voto. Due giorni fa, infatti, una retata ha portato all’arresto di alcune personalità dell’opposizione e giornalisti.

Piazza pulita

Il militante Karim Tabbou e il giornalista direttore di radio M Ihsane El Kadi sono due tra le persone fermate. Si teme anche per il giornalista indipendente Khaled Drareni, che non risponde più al telefono, scrive la France Presse.

Da mesi, il governo del presidente Abdelmadjid Tebboune tenta di soffocare il movimento di piazza Hirak. Sarebbero oltre 220 le persone incarcerate nel quadro delle proteste. "Alla vigilia delle elezioni, si prendono due giornalisti e un militante politico? Ormai non fanno neanche più finta, non si nascondono più. È un punto di non ritorno. Non c'è più alcun limite a questo regime", dice all'Ansa l'attivista politica Samir Yahiaoui, dicendo di "temere il peggio" per il suo Paese.

Urne vuote

A Parigi, dove gli algerini hanno votato a distanza, si leggevano striscioni e slogan di protesta. L’apprensione per il destino del Paese è alta: Con i partiti vincitori della precedente tornata del 2017 sempre più screditati, si prevede un alto tasso di astensionismo.

Situazione che potrebbe favorire candidati più o meno indipendenti e formazioni islamiste moderate in grado di raccogliere una maggioranza relativa.

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