Bielorussia: la protesta dei giornalisti esiliati

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Di Debora Gandini
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I manifestanti hanno appeso le foto di colleghi incarcerati ingiustamente dal governo di Lukashenko

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Volti di uomini e donne. Al confine tra la Lituania a la Bielorussia un gruppo di giornalisti in esilio, per protesta, ha appeso foto di colleghi incarcerati, finiti in manette per volere di Minsk. Come il giovane dissidente Roman Protasevich, ex direttore del canale di informazione indipendente NEXTA.

Un’azione che arriva dopo la denuncia presentata contro il Presidente Alexander Lukashenko dalla Polonia e da Reporter Senza Frontiere presso la Procura lituana. Christophe Deloire, Segretario Generale di RSF non usa mezzi termini e fa notare che i giornalisti sono sempre più considerati dei terroristi da coloro che sono predatori della libertà di stampa e che li incarcerano per questo motivo. “Roman Protasevitch è sulla lista del KGB ovvero i servizi segreti bielorussi. 

Il Presidente Alexander Lukashenko ha usato in Parlamento il termine terrorista per definirlo. Tutto questo è segno di una violenza estrema, violenza istituzionale, visto che il primo a comportarsi come terrorista è Lukashenko.”

La repressione di Minsk

Il regime bielorusso negli ultimi cinque mesi ha inasprito la repressione contro i giornalisti indipendenti. A denunciarlo anche Human Rights Watch, sottolineando che le autorità di Minsk “hanno detenuto arbitrariamente e picchiato i giornalisti, imposto loro multe e condanne detentive per accuse di matrice politica, revocato i loro accrediti e fatto irruzione nelle loro case e nei loro uffici".

Tra settembre e marzo, le autorità bielorusse hanno aperto almeno 18 procedimenti penali contro giornalisti, “apparentemente come rappresaglia per il loro lavoro”, ha fatto sapere l’ONG. Senza contare gli attivisti finiti in manette dallo scorso agosto quando sono scoppiate le proteste di piazza contro la rielezione di Lukashenko. Sono migliaia le persone attualmente in carcere.

Le reazioni politiche

Mentre la comunità internazionale chiede compatta l’immediata liberazione di tutti i prigioni politici bielorussi, Lukashenko vola a Mosca dal fedele alleato, il leader del Cremlino Vladimir Putin. Dopo l’inasprimento delle sanzioni contro Minsk da parte del Consiglio europeo, sale la tensione tra Bruxelles e la Russia. Nel mezzo il totale appoggio della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, alla leader dell'opposizione bielorussa, Svetlana Tikhanovskaya. L’Unione europea è pronta a dare il massimo impegno per ripristinare la democrazia nel Paese.

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