Ancora scontri a Gerusalemme. Appello della Ue: "Stop alle violenze"

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Di Debora Gandini
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Scontri e razzi: un’altra notte di proteste per il quartiere conteso di Sheikh Jarrah. Oltre 200 i feriti. Gli appelli dell'Ue e dell'Onu alla moderazione e alla calma

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Resta altissima la tensione in Israele, con nuovi incidenti tra i manifestanti palestinesi e la polizia israeliana sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Secondo la Mezzaluna Rossa sono oltre 200 i dimostranti rimasti feriti negli scontri con gli agenti che hanno reagito al lancio di pietre, oggetti e proiettili di gomma. Alcuni sarebbero in gravi condizioni. Dopo l’intervento della polizia sarebbe tornata la calma, una calma forse apparente.

Sono diversi giorni che la situazione è tornata esplosiva con rivolte in Cisgiordania e in vista di nuovi sgomberi di decine di palestinesi a Gerusalemme est. Nel giorno della festa in cui Israele celebra la riunificazione della città dopo la guerra del 1967 si teme un’escalation di violenze. Tre razzi sono stati lanciati dalla striscia di Gaza verso lo Stato ebraico Israele. 

Tafferugli sono scoppiati anche a Haifa nel nord di Israele dove, sempre secondo i media, 10 manifestanti sono stati arrestati. I palestinesi stanno protestando da due giorni per la prospettiva che il tribunale israeliano autorizzi lo sfratto di decine di loro dal quartiere di Sheikh Jarrah e la consegna delle loro case a coloni ebrei.

Appelli dalla UE e dall'ONU

Per cercare di smorzare la tensione la sentenza sullo sfratto dei palestinesi è stata posticipata mentre i rappresentanti dell’Unione europea hanno lanciato un appello alla calma. "E’ doveroso che tutte le parti coinvolte a Gerusalemme cerchino di evitare qualsiasi tipo di violenza e si adoperino per porre fine agli scontri,” ha dichiarato il ministro degli esteri portoghese Augusto Santos Silva. “La violenza è nemica della pace. Le forze moderate devono cercare di mediare per evitare che la situazione degeneri e sfoci in altri combattimenti.”

Il Segretario dell'Onu Antonio Guterres ha esortato Israele a cessare le demolizioni e gli sgomberi, invitando lo stato mediorientale alla massima moderazione e al rispetto al diritto della libertà di tenere riunioni pacifiche. Un appello condiviso anche da tutta la comunità internazionale. Intanto l’Autorità Nazionale palestinese ha fatto sapere che quello che è accaduto è un’aggressione criminale contro luoghi sacri e residenti. La paura ora è che la rabbia aumenti ulteriormente.

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