Giulio Regeni, udienza preliminare rinviata al 25 maggio

Un murale con Zaki e Regeni
Un murale con Zaki e Regeni Diritti d'autore Gregorio Borgia/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
Di Cecilia Cacciotto
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Decisione legata al legittimo impedimento: uno dei difensori ha il covid. E intanto esce un controverso docu-film egiziano sul ricercatore italiano

PUBBLICITÀ

Rinviata al 25 maggio l'udienza preliminare a carico di quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle sevizie e dell'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ritrovato morto in una periferia del Cairo nel febbraio del 2016.

Il rinvio è legato al legittimo impedimento, causa covid, di uno dei difensori. 

All'udienza di oggi erano presenti genitori di Regeni, Claudio e Paola, in aula anche il procuratore capo di Roma Michele Prestipino. A giudizio, in contumacia, sono il generale Tariq Sabir, Athar Kamel, Mohamed Ibrahim e Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Nei loro confronti le accuse mosse dal sostituto Sergio Colaiocco variano dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. 

Due settimane fa, erano spuntati tre nuovi testimoni che accusavano gli 007 egiziani. 

Con le tre nuove testimonianze raccolte dagli inquirenti sono diventati otto i testimoni che accusano in modo ritenuto dalla Procura della Repubblica di Roma chiaro e credibile gli appartenenti ai servizi segreti egiziani. 

Nelle ultime settimane, in Egitto si erano fatte avanti con gli inquirenti almeno 10 persone che dicevano di avere notizie sul caso Regeni, di queste solo tre sono state ritenute attendibili.

I "dati probatori apportano nuovi elementi conoscitivi su fatti già acquisiti", secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie.  Secondo i testi il torturatore di Giulio fu il maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Fu lui, insieme a soggetti rimasti ignoti, a portare avanti per almeno nove giorni le sevizie avvenute in una villetta in uso ai servizi segreti nella periferia della capitale egiziana.

**E intanto arriva la controverità egiziana **

Il 22 aprile su YouTube viene creato un canale dal nome The story of Regeni. Due giorni dopo vengono pubblicati due trailer in arabo, uno sottotitolato in inglese e l’altro in italiano. Lo scopo è promuovere un filmato, che vuole essere “il primo documentario che ricostruisce i movimenti strani di Giulio Regeni al Cairo”.

Il testo continua letteralmente così: “Chi incontrava Regini nella strade principali e in quelle laterali?!! Che cosa chiedeva a loro? Perché frequentava regolarmente i bar al centro, al Capolinea di Qolali e nella zona di Ahmed Helmy?!”.

Il video è in lingua araba ma è sottotitolato in inglese e ha toni fortemente cospirazionisti, c'è anche l'ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta. La ricostruzione può vantare una buona fotografia e una buona regia. Ma le note positive finiscono qui, non vi è una casa di produzione e non c'è il nome degli autori. Tutti i fatti riportati sono già noti e mirano a screditare il ricercatore italiano. La data d'uscita del documentario invece è piuttosto singolare: il 28 aprile, alla vigilia dell'udienza preliminare, slittata come si è visto, al 25 maggio.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Naufraga il processo Regeni per la mancata notifica agli imputati

Caso-Regeni, 007 egiziani a processo dal 14 ottobre. I genitori: "Abbiamo diritto alla verità"

Vivere circondati dal silenzio: storia dell'unico custode dell'abbazia di San Benedetto al Subasio