Sofagate: la reprimenda di Ursula von Der Leyen al parlamento Ue non fa male solo alla Turchia

La presidente della Commissione Ue
La presidente della Commissione Ue Diritti d'autore Francisco Seco/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Cecilia Cacciotto
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La presidente della Commissione Ue davanti al parlamento: Ferita da quanto accaduto in Turchia come donna e europea. Questo riguarda i valori alla base delle nostre democrazie. C'è ancora tanto da fare per la parità di genere

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È stata dura, anzi durissima.

La reprimenda della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen segna lo spartiacque tra un prima e un dopo nell'Unione europea. Ma forse non solo nel club dei 27.

Nel dibattito al parlamento europeo sulla Turchia,  Von der Leyen non poteva non riferirsi al Sofagate, mettendo in causa non solo il presidente turco Recep Tayyil Erdogan, ma anche il collega, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Sono la prima donna a esser presidente della Commissione europea ed è così che mi aspettavo di essere trattata in Turchia. Non trovo una giustificazione e devo concludere che quello che è successo è accaduto perché sono una donna".
Ursula von der Leyen

"Sono la prima donna a esser presidente della Commissione europea ed è così che mi aspettavo di essere trattata nel viaggio in Turchia, come una presidente della Commissione. Non riesco a trovare una giustificazione e devo concludere che quello che è successo è accaduto perché sono una donna".

Così Ursula von der Leyen di fronte al parlamento Ue: "Mi sono sentita ferita come donna e come europea - ha aggiunto - questo riguarda i valori che sono alla base della nostra Unione e dimostra quanto dobbiamo ancora fare perché le donne siano trattate con parità".

"Lo status delle donne rappresenta lo status della democrazia, la parità di partecipazione delle donne rende più forte la democrazia".

Non è solo una questione di genere per Ursula Von der Leyen che ha aggiunto:"Quando parliamo di rispetto e di dignità non ci dobbiamo limitare alla parità tra donne e uomini, la questione è molto più ampia, non possiamo accettare che le zone libere da lgbti si moltiplichino in Europa, non possiamo accettare che i rom siano discriminati, non possiamo accettare l'antisemitismo e il razzismo che troviamo in diversi angoli della nostra Unione. Così la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo intervento al Parlamento europeo. "L' Europa vale molto di più di questo e ogni volta rimango a bocca aperta che si debba parlare di cose così ovvie nella Ue", ha aggiunto.

La Turchia deve provvedere ad una de-escalation nel Mediterraneo orientale, accettare le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo. Queste sono le nostre condizioni per rafforzare la nostra cooperazione economica
Ursula von Ver Leyen

Il rispetto dei diritti delle donne è fondamentale per la ripresa del dialogo con la Turchia, ma non è l'unica condizione che chiede la Commissione a Ankara: "La Turchia deve provvedere ad una de-escalation nel Mediterraneo orientale, deve accettare le sentenze della corte europea dei diritti dell'uomo, queste sono le nostre condizioni per rafforzare la nostra cooperazione economica con la Turchia e portare avanti dialoghi ad alto livello sul cambiamento climatico, la salute pubblica e questioni regionali".

**Le scuse di Charles Michel **

Le telefonate di scusa andate a vuoto di Charles Michel nons sono riuscite a oltrepassare l'indignazione di Von der Leyen, di fronte all'europarlamento il presidente del Consiglio europeo ci ha riprovato:

 "So che in base a quello che avete visto, molti di voi ritengono che avrei dovuto agire diversamente. È una critica che molti mi hanno indirizzato, ma al momento, senza riflettere sulle conseguenze, ho preferito agire così per non creare un incidente politico".

Ursula von der Leyen ha sottolineato come l'uscita della Turchia dalla Convenzione di Instabul contro la violenza sulle donne, giusto qualche settimana prima dell'espisodio in Turchia, sia stato un pessimo segnale.

La Turchia dal canto suo continua a sostenere di aver rispettato il protocollo europeo che però non era stato verificato dai funzionari dell'Unione .

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