Celebrazioni per il 76esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Il discorso di Draghi, la cerimonia con Mattarella all'Altare della Patria
La resistenza è quell'umanità multiforme, sacrificata, che ha trovato riparo sui monti per combattere contro gli invasori, raccontata da Calvino nel suo primo romanzo ''Il sentiero dei nidi di ragno''.
È il dolore della piaga ancora aperta lasciata dalla guerra civile ed è un dolore che tracima dalle pagine de "La ragazza di Bube" di Cassola.
È la scelta di parte: "Ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire", come aveva invitato a fare Sandro Pertini, il 25 aprile del 1945, dai microfoni di Radio Milano Liberata. .
E oggi, 76 anni più tardi, il premier Draghi ha invitato a ricordare: "Dobbiamo ricordare - ha detto - che non scegliere è immorale, per usare le parole di Artom (partigiano e combattente della Resistenza, ndr)".
Un messaggio che conserva un'attualità stringente perché - ha continuato Draghi al Museo della Liberazione di Roma - ''libertà e diritti non sono conquistati per sempre e non sono barattabili con nulla, sono più fragili di quanto si pensi. Constatiamo con preoccupazione l’appannarsi dei confini che la storia ha tracciato tra democrazie e regimi autoritari, qualche volta persino tra vittime e carnefici. Vediamo crescere il fascino perverso di autocrati e persecutori delle libertà civili, soprattutto quando si tratta di alimentare pregiudizi contro le minoranze etniche e religiose".
"Questa ricorrenza non deve invecchiare, non deve subire l’usura del tempo - ha raccomandato il premier - Nel conoscere in profondità la storia di quegli anni, del fascismo e dell’occupazione nazista, saremo più consapevoli dell’importanza dei valori repubblicani e di come sia essenziale difenderli ogni giorno (...) La riconciliazione avviene nel ricordo, che serve a dirci quello che non vogliamo ripetere".
La festa del 25 aprile celebra la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista. Per il secondo anno consecutivo che le celebrazioni coincidono con uno stato di costrizione collettiva, resa necessaria dalla crisi Covid e decisa dai rappresentanti della sovranità popolare riconquistata al totalitarismo fascista. "Era giunta l’ora di essere uomini": così il padre Costituente Piero Calamandrei aveva spiegato la necessità di resistere. All'Altare della Patria, il presidente Sergio Mattarella ha reso omaggio al sacrificio di tanti partigiani e resistenti con una corona di fiori sulla Tomba del Milite Ignoto.
"Questa giornata, per gli italiani, rappresenta la festa civile della riconquista della libertà - ha detto Mattarella - La vittoria dell'umanità sulla barbarie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione Repubblicana del 1948".