La crisi economica fa cadere il Libano nel buio

Beirut al buio
Beirut al buio Diritti d'autore ANWAR AMRO/AFP or licensors
Di Cinzia Rizzi Agenzie:  AFP
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Le aziende private rifiutano di fare manutenzione a strade e illuminazione pubblica. Chi può scappa dal Paese

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Beirut al buio al calar della notte. Fino a nuovo ordine, i lampioni della capitale libanese non verranno più accesi al tramonto e le buche sull'asfalto non saranno riparate. 

Con il crollo della moneta nazionale, Beirut sta sprofondando e le imprese la evitano. Il comune ha recentemente lanciato una gara d'appalto per la manutenzione dell'illuminazione pubblica. Ma nessuno si è presentato. 

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Le strade di Beirut piene di bucheANWAR AMRO / AFP

Sulle strade le auto fanno slalom tra le buche, come spiega Ali, autista di autobus da 15 anni: "La strada va su e giù, è sconnessa. È così. Come vede, ci sono delle buche. Di notte non ci sono luci sulle strade, dipendiamo dai fari. Non c'è futuro in questo Paese per un giovane, non c'è futuro per nessuno. Chi riesce a lasciare questo Paese, vince alla lotteria!".

Per decenni il Libano ha sofferto di infrastrutture decadenti. Ma la situazione è peggiorata dalla fine del 2019, a causa di una pesantissima crisi economica. Emblema di questa decadenza è il quartiere centrale di Hamra, un tempo uno dei più animati, cuore commerciale della città. "Oggi Beirut è triste, è deprimente", racconta una commessa. "Presto sarà spazzata via, specialmente qui ad Hamra Street. Una volta, quando si veniva a Beirut, ci si recava subito qui. Ma ora guardi, non c'è niente. Viene voglia di piangere".

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I semafori non funzionanti a BeirutANWAR AMRO/AFP or licensors

Chi può scappa. Ma non tutti possono - o vogliono - farlo. È il caso di Samir Haddad, 83 anni, che ripara apparecchiature elettroniche. "Hanno rovinato tutto. Il Libano era il Paese più bello", dice l'uomo. "Se potessi vivere all'estero, ci andrei con i miei figli, ma non posso farlo... Amo questo Paese".

Una situazione economica disastrosa, che continua ad alimentare la rabbia verso una classe politica considerata incompetente e corrotta.

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