La polveriera Belfast pronta a scoppiare

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Di euronews e ANSA
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Dopo 7 notti di scontri tra le frange di monarchici unionisti e nazionalisti cattolici gli appelli alla calma dei leader politici locali sono serviti a poco. Forse la morte del principe Filippo costringe tutti a mantenere almeno per un po' la calma

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Gli appelli alla calma non sono serviti a molto in Irlanda del Nord dove i disordini scoppiati a Belfast - per il settimo giorno di fila - hanno riacceso le tensioni settarie alimentate dapprima da gruppi di giovani attivisti ultrà delle comunità unioniste-monarchico-protestanti e poi anche di quelle nazionaliste-repubblicane-cattoliche. Auto e autobus sono stati dati alle fiamme ma i rivoltosi hanno anche gettato bombe molotov contro la polizia che ha risposto con cariche e idranti. Almeno 74 agenti sono rimasti feriti.

Il disagio sociale alla base della violenza

Ma quali sono le origini degli scontri? Risponde Brian Smyth, consigliere dei Verdi della città di Belfast: "Sono giovani senza speranza, non hanno opportunità, escono da percorsi scolastici falliti e sono privi di formazione. Sono persone che sono ai primi livelli della criminalità che potrebbe azzerare le loro possibilità future. Tutta la loro vita è già compromessa dalle circostanze, dalle disuguaglianze strutturali con cui abbiamo a che fare dopo il conflitto e adesso anche dai cascami della Brexit ".

Gli appelli alla calma, la morte del principe Filippo

La scorsa notte è stata più calma delle precedenti intanto una condanna unanime delle violenze di strada è stata sancita dal governo locale ma anche dalle opposte parti politiche dell'esecutivo nord-irlandese, la leader unionista del Dup, Arlene Foster, e quella repubblicana dello Sinn Fein, Michelle O'Neill che hanno dato segni di distensione per dissuadere i facinorosi. Forse anche la morte del principe Filippo, una delle figure più discrete della casa reale, potrebbe sedare momentaneamente gli animi visto il necessario rispetto del lutto nazionale.

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