Commissione europea e amministrazione statunitense seguono con attenzione gli sviluppi delle ultime ore della provincia britannica. Il timore è che si possa scivolare al periodo precedente agli Accordi del Venerdì Santo del 1998
Non c'è pace in Irlanda del Nord. Gli episodi di violenza delle ultime ore rimandano a scenari sinistri che nessuno vuole rivedere.
Le forze dell'ordine e autorità governative sono impegnate nel ripristinare calma e ordine, anche se quella appena trascorsa è stata un'altra notte di disordini.
Unione europea come Stati Uniti non celano la propria preoccupazione, il portavoce della Commissione europea Eric Mamer: "Ovviamente condanniamo con la massima fermezza gli atti di violenza che si sono verificati in Irlanda del Nord negli ultimi giorni. Nessuno ha nulla da guadagnare da questo. Chiediamo a tutti coloro che sono coinvolti di astenersi da questi atti violenti".
E dal dipartimento di Stato americano, il portavoce Ned Price ha aggiunto:
"Siamo profondamente preoccupati per la violenza nell'Irlanda del Nord e ci uniamo ai leader britannici, irlandesi e nordirlandesi nel loro appello alla calma. Restiamo fermi sostenitori di un l'Irlanda del Nord in cui tutte le comunità hanno voce e tutte le comunità godono dei guadagni di una pace conquistata a fatica ".
Dall'accordo del Venerdì Santo nel 1998, l'Irlanda del Nord ha assistito a sporadici episodi di violenza.
Questi ultimi sono dovuti alle tensioni crescenti sulle regole commerciali post Brexit. Il timore è che possano interferire sull'equilibrio che resta comunuqe precario tra cattolici e protestanti.