Commemorazioni in Ruanda e in Francia. Sono passati 27 anni da una delle più grandi tragedie della storia. Circa 800.000 persone, in grande maggioranza tutsi, sterminate in condizioni abominevoli tra aprile e luglio 1994
Sono trascorsi 27 anni dal genocidio in Ruanda. Come ogni anno, il presidente Paul Kagame e sua moglie hanno commemorato tutte le vittime durante una cerimonia a Gisozi. Una tragedia iniziata il 7 aprile del 1994 che ha segnato per sempre la storia del paese africano. Tra 800mila e un milione di persone furono uccise in tre mesi.
Cerimonie in memoria delle vittime anche a Parigi in un momento molto particolare. Il ruolo della Francia in quel genocidio è stato sempre molto criticato, fino alle recenti rivelazioni. Il 26 marzo scorso una commissione di storici voluta dal governo francese ha concluso che il Paese ha avuto delle pesanti responsabilità, come sottolineato anche Vincento Duclert, uno degli autori del rapporto. Non sono mai state riscontrate responsabilità dirette sui massacri ma di sostegno al regime dittatoriale dell’allora presidenteJuvénal Habyarimana. Un fatto che getta ombre su François Mitterrand e sull’Eliseo che tra il 1990 e il 1993 avrebbe favorito in qualche modo il processo di genocidio.
Nella "Giornata Mondiale della Memoria in onore delle vittime del genocidio in Ruanda", istituita dalle Nazioni Unite, la Francia, per la prima volta, ha aperto al grande pubblico importanti archivi relativi alla situazione in Ruanda. Una sorta di memoriale con numerosi documenti, in particolare telegrammi e note confidenziali.
“E’ molto importante essere qui presente, specialmente quando ci sono anche persone che portano ancora i segni sul corpo di quello che è accaduto. Mi riferisco allo sterminio”, dice Etienne Nsanzimana, Presidente di Ibuka France, associazione ruandese in Francia. Nell'aprile del 1994 luoghi di preghiera diventarono dei macelli, le scuole degli obitori. Preti, artisti, gente comune furono trasformati in macchine per uccidere."
Per il governo ruandese il rapporto della commissione degli storici è un passo importante verso una comprensione comune del ruolo della Francia. Ora i sopravvissuti e i profughi aspettano le scuse ufficiali del presidente Emmanuel Macron.