Perché gli arresti alla corte di Giordania sono pericolosi

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Perché gli arresti alla corte di Giordania sono pericolosi. L'ex principe eriditario Hamzah bin Husayn è agli arresti domiciliari. L'esercito di Amman smentisce. Ma in un video Hamzah conferma. Accusa il potere di "corruzione". Assieme a lui hanno perso la libertà anche due ex funzionari chiave

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Resa dei conti tra mezzi fratelli alla corte di Giordania. Hamzah, il fratellastro da parte di padre del re di Giordania Abd Allah II, è agli arresti domiciliari. Almeno, è quanto sostiene l'ex principe in un video fatto filtrare alla Bbc, in cui accusa il governo di Amman, e implicitamente l'attuale monarca, di corruzione e pessima gestione degli affari dello Stato da almeno vent'anni.

“Il benessere dei giordani è ormai secondario per un sistema di potere che considera i propri interessi personali e finanziari, incarnati dalla corruzione, più importanti delle vite e della dignità di 10 milioni di abitanti"

Hamzah bin Hussein dichiara nel documento filmato: “Il benessere dei giordani è ormai secondario per un sistema di potere che considera i propri interessi personali e finanziari, incarnati dalla corruzione, più importanti delle vite e della dignità di 10 milioni di abitanti".

Considerando che Abd Allah II è al trono dal 1999, si può dedurre a chi siano rivolte le critiche di Hamzah.

Poche ore prima erano finiti in manette due ex alti funzionari, Sharif Hassan bin Zaid e Bassem Ibrahim Awadallah.

Il primo era stato un inviato del regno hashemita in Arabia Saudita e il secondo è il fratello di un ex membro dei potenti servizi segreti giordani, ucciso da Al Qaida.

Assieme a loro sono finiti in manette altri alti responsabili dell'amministrazione.

L'esercito ha negato che l'ex principe ereditario Hamzah si trovi agli arresti domiciliari. Ma le vie attorno alla sua residenza sono state messe sotto sigillo da pattuglie militari.

La retata trasmette l'idea di un mancato golpe, in un regno che è una delle colonne portanti della stabilità mediorientale e degli interssi anglo-americani nella regione.

Si tratta di un episodio eccezionale per un Paese che in realtà ha sempre dato prova di moderazione e apertura, malgrado il contesto in cui è situato.

Proprio per questo motivo la famiglia reale Giordana ha sempre avuto un ruolo di facilitatore diplomatico tra il mondo arabo e Israele.

Ma con le recenti relazioni cordiali stabilite tra Riad e lo Stato ebraico, Amman ha perso il suo tradizionale peso politico. Teme inoltre di dover regolarizzare i milioni di rifugiati palestinesi se i buoni rapporti tra sauditi e monarchie del Golfo dovessero tradursi in una rinuncia, da parte araba, al perseguimento di uno Sato palestinese indipendente.

Praticamente priva di risorse naturali, la Giordania attraversa una grave crisi economica provocata dal Covid, soprattutto per l'assenza di turisti, oltre alla gestione dei rifugiati siriani.

Inoltre ci sono vecchie ruggini di famiglia tra i figli di Re Hussein, monarca dal matrimonio facile.

Ma anche uno di quei piccoli misteri di talami regi che fanno la grande storia. Hamzah figlio della popolare regina Noor e, a suo tempo, preferito di re Hussein non divenne re per ragioni poco chiare.

Qualche mese prima della morte nel 1999 il monarca hashemita investì Abd Allah figlio del precedente matrimonio con la meno amata principessa di origine britannica Muna al-Husayn, nata Antoinette Avril Gardiner che, narrano le cronache, non si volle mai convertire all'Islam.

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