"George Floyd era già morto all'arrivo dell'ambulanza"

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Al processo per l'uccisione dell'afroamericano depone un infermiere soccorritore

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Al processo contro il poliziotto statunitense Derek Chauvin, accusato di aver causato la morte dell'afroamericano George Floyd, ha deposto Derek Smith, infermiere di Minneapolis, intervenuto al seguito dell'ambulanza.

Risponendo alle domande dell'accusa, Smith ha detto che al suo arrivo Floyd doveva già essere morto, dato che non si avvertiva alcun battito cardiaco, e ha confermato che durante la misurazione del polso gli agenti sono rimasti posizionati sul corpo della vittima, con un ginocchio a premere il torace dell'uomo, per tutto il tempo.

Le dichiarazioni del paramedico sono state riscontrate dalle immagini delle telecamere della polizia, nelle quali, oltre alle proteste dele persone presenti alla scena, si vede anche il corpo senza vita di Floyd bloccato da due agenti.

Diversamente da Smith, un secondo infermiere intervenuto insieme a lui aveva detto che la morte di Floyd sarebbe stata accertata solo una volta caricato il corpo sull'ambulanza, dove si sarebbe comunque tentato un massaggio cardiaco.

La corte ha anche ascoltato la deposizione della compagna di George Floyd, la quale ha ammesso di aver assunto droghe insieme a lui e di aver rischiato una overdose pochi mesi prima.

Un dettaglio colto al balzo dalla difesa del poliziotto Chauvin, secondo la quale Floyd sarebbe morto non per le percosse fisiche ma per precedenti problemi di salute e per aver assunto droghe.

La spregiudicata strategia degli avvocati ha sollevato una reazione indignata della famiglia della vittima, che ha diffuso una dichiarazione ufficiale.

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