Durante la pandemia ci si è vaccinati meno contro altre malattie: sarà un problema

Il vaccino per il comune virus dell'influenza stagionale
Il vaccino per il comune virus dell'influenza stagionale Diritti d'autore Photo by CDC on Unsplash
Diritti d'autore Photo by CDC on Unsplash
Di Emma BeswickLillo Montalto Monella, Nataliia Liubchenkova
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In Italia 1 genitore su 3 durante il primo lockdown non ha portato i figli dal pediatra per le vaccinazioni di routine. Potrebbe essere un prezzo alto da pagare a fine pandemia.

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L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riferito ad Euronews di essere preoccupata che, durante la pandemia, molti genitori abbiano trascurato di far vaccinare i propri figli contro malattie come morbillo, meningite ed epatite B.

"Dai dati preliminari in nostro possesso e dalle informazioni che stiamo ricevendo dalle autorità pubbliche nazionali, temiamo che la copertura delle vaccinazioni di routine sia diminuita nel 2020", dice Dragan Jankovic, funzionario tecnico dell'ufficio europeo dell'OMS dedicato alle malattie prevenibili da vaccini.

Cos'è l'immunità di gregge e perché è importante

"Immunità di gregge" è tornata ad essere parola d'ordine comune da quando la Covid-19 flagella il pianeta. Non si applica solamente al Sars-CoV-2, e può essere ottenuta sia tramite vaccini che attraverso lo sviluppo di anticorpi da parte di una larga fetta della popolazione.

Raggiungere l'immunità di gregge è essenziale per combattere malattie come il morbillo e si basa sul principio della riduzione della quantità complessiva di agenti patogeni circolanti.

Olimpiu Gheorghiu/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved.
Un bambino vaccinato a Chitila, Romania, il 6 giugno 2018Olimpiu Gheorghiu/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved.

La percentuale di persone che devono essere immuni per parlare di immunità di gregge varia a seconda della malattia. Contro il morbillo, per esempio, è necessario che il 95% della popolazione sia vaccinato, indica l'OMS. Il restante 5% sarà protetto in virtù dell'impossibilità del morbillo di diffondersi tra i vaccinati.

I tassi di vaccinazione sono crollati. La gente semplicemente non veniva. Non posso biasimarli perché si diceva loro di restare a casa.

La dottoressa Farzana Hussain, medico di base del Project Surgery nell'East London, ha osservato un calo nel numero di pazienti vaccinati contro le altre malattie durante il primo anno di pandemia.

"Quando c'è stato il primo lockdown il 23 marzo, ho visto crollare abbastanza rapidamente i tassi di bambini che si presentavano per le vaccinazioni infantili", indica a Euronews. Tra i più grandi, sottolinea, si è arrivati anche ad un -50%.

"È un fatto preoccupante perché il morbillo ha già avuto negli ultimi anni una piccola sacca di recrudescenza in alcune aree di Londra".

Di fronte a queste cifre, Hussain si è tirata su le maniche ed è passata all'azione. 

I genitori, in particolare quelli con bambini piccoli, erano preoccupati di portare i figli nello studio, e così la dottoressa ha predisposto una struttura "drive-up" di fronte all'edificio.

Si poteva restare in macchina o nel passeggino, sotto il portico, in attesa dell'uscita di un'infermiera che si sarebbe prodigata per somministrare le vaccinazioni. 

Il faccia a faccia si era così ridotto a non più di due minuti, e il resto della consultazione medica avveniva per telefono. 

Entro fine di giugno, grazie a questo espediente, i tassi di vaccinazione in quella struttura erano risaliti oltre il 90% per i nostri bambini di 2 anni, e a poco meno del 90% per quelli di 5 anni, sfiorando gli obiettivi dell'OMS.

"Non c'è mai stata così tanta opportunità di innovare come durante la pandemia", continua Hussain. "In passato, si sarebbe messa in mezzo la burocrazia, ma tutti erano ansiosi di prendere scorciatoie ed essere positivi e propositivi".

Qual è la posta in gioco

Negli ultimi anni in Europa si sono diffuse malattie come la difterite e la pertosse, ma è stato il morbillo a tenere svegli gli esperti la notte. 

Il vaccino DPT (contro le tre malattie infettive: difterite, pertosse e tetano) è usato da tanto ed è ben consolidato in tutti i Paesi UE, sottolinea Jankovic dell'OMS. Ma il morbillo è una delle malattie più contagiose del mondo, tanto che circa 9 persone su 10 tra quelle non immuni si infettano in seguito all'esposizione al virus.

Causato da un virus, può provocare sintomi simili a quelli del raffreddore, tosse, arrossamenti, piccole macchie bianche all'interno delle guance ed eruzioni cutanee.

La maggior parte dei decessi legati al morbillo sono causati dalle complicazioni associate alla malattia, ma quelle più gravi sono comuni nei bambini di età inferiore ai 5 anni, o negli adulti di età superiore ai 30. 

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Motivo per cui vengono solitamente somministrate due dosi di vaccini MMR (morbillo, parotite e rosolia), la prima a un anno e la seconda intorno ai tre anni. Il morbillo può causare anche infezioni all'orecchio e diarrea, mentre le complicazioni più serie includono polmonite ed encefalite, un'infiammazione del tessuto cerebrale.

Vengono dichiarati dei focolai quando il numero di casi in una zona particolare è superiore a quello previsto. 

La minaccia di un'epidemia di morbillo in Europa non è certo immaginaria: un'impennata di casi di morbillo si è avuta già nel 2017 e ha raggiunto il picco nel 2019, quando sono stati segnalati oltre 100mila casi dall'Oms.  Nel nostro continente sono triplicati tra il 2017 e il 2018, salendo a 82.596.

L'Oms dice che la causa principale di questa recrudescenza in tutto il mondo va ritrovata in un fallimento nelle vaccinazioni dei bambini con le due dosi del farmaco (MCV1 e MCV2).

Elaine Thompson/AP
Una dose di vaccino combinato MMR (morbillo, parotite e rosolia)Elaine Thompson/AP

"Intorno al morbillo aleggia una grande storia di successo medico - mai così tante persone sono state immunizzate contro una malattia - anche se, di tanto in tanto, si verificano focolai che possono toccare anche le migliaia di casi. Un'eventualità inaspettata e inaccettabile", continua Jankovic.

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I principali focolai del 2018 sono stati registrati in Ucraina (53.218), Serbia (5.076), Francia (2.913), Italia (2.517), Federazione Russa (2.256), Georgia (2.203), Grecia (2.193), Albania (1.466) e Romania (1.087).

Ucraina: alcune vaccinazioni vanno avanti, ma a quale prezzo per i genitori?

Nel Paese dove si è avuta la peggiore epidemia di morbillo in Europa negli ultimi tempi, l'Ucraina, ci sono state addirittura segnalazioni di falsi certificati di vaccinazione tra la popolazione onde evitare segnalazioni alle autorità mediche. 

Secondo il dottor Fedir Lapiy, immunologo pediatrico di Kiev, nonostante nel 2019 le paure e la sfiducia nella medicina abbiano giocato un ruolo importante, gli studi dimostrano che la maggioranza dei genitori ucraini è a favore dei vaccini.

Il Paese ha affrontato una carenza critica di vaccini nel 2010. Ora la situazione è migliorata, e la maggior parte dei genitori con cui Euronews ha parlato ha fatto vaccinare i propri figli in strutture private durante la pandemia.

"Una clinica privata ha dedicato una delle sue unità specificamente alle vaccinazioni durante il primo lockdown, ed è stata una buona occasione per vaccinare i bambini a casa in quel momento", ha detto a Euronews Roksolana Avramenko, madre di un bimbo che frequenta una scuola primaria di Kiev.

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Ma ora che è tornato in classe, Avramenko si dice perplessa sul buon esito della campagna vaccinale tra "costanti casi di persone venute a contatto con positivi Covid o contagiati nelle classi".

Sergei Chuzavkov/AP
Un pediatra esamina un bambino prima di somministrargli il vaccino antidifterite-tetano-pertosse (sigla DTP o DPT) in un ospedale pediatrico a Kiev, Ucraina. 23 aprile 2013.Sergei Chuzavkov/AP

Vadym Kulichenko, professore associato all'Università Nazionale di Costruzioni e Architettura di Kyiv, indica a Euronews di aver fatto vaccinare i suoi figli in seguito ad una chiamata del suo medico di base, e di non aver avuto "problemi". Tuttavia, il padre di due gemelli di 6 anni e di un figlio più grande di 11 ha detto di non aver avuto accesso al vaccino anti-influenzale nell'ottobre 2020.

La maggior parte dei genitori ha dovuto acquistare i vacccini a proprie spese. "Il mio bambino aveva 13 mesi all'inizio della pandemia, e la maggior parte delle nostre visite dal medico sono state cancellate, anche se per le vaccinazioni abbiamo avuto il via libera", afferma Iryna Znas, residente a Kiev.

"Tutti i vaccini obbligatori e tutti quelli aggiuntivi, a spese dei genitori, sono stati fatti senza problemi.  La mancanza di vaccini non si è fatta sentire, ma la maggior parte è stata acquistata a mie spese, in modo da poter fare una sola iniezione combinata, e non tre o cinque separate alla volta".

Olesia Maliuvanchuk, madre di due figli a Lviv, sottolinea di non aver avuto particolari problemi in questo campo a causa della pandemia. "Per le vaccinazioni, disponevamo di un ingresso separato al centro medico".

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Da inizio della pandemia, ha fatto vaccinare entrambi i suoi figli contro almeno nove malattie, alcune delle quali combinate o che hanno richiesto più dosi. La zona in cui vive è considerata "zona rossa" per i casi di Covid-19. 

In Italia, 1 genitore su 3 ha rimandato le vaccinazioni dei propri figli durante il lockdown

L'Accademia Italiana di Pediatria ha approfondito gli studi sugli effetti della Covid-19 sulla campagna vaccinale infantile. 

Lo ha fatto facendo circolare un sondaggio tra il 28 aprile e l'8 giugno 2020, indica a Euronews Aurea Oradini della Scuola di Salute Pubblica Vita-Salute dell'Università San Raffaele di Milano. A 1.500 genitori di bambini da 0 a 11 anni è stato chiesto se avessero rimandato una vaccinazione di routine a causa del coronavirus. 

Uno su tre ha risposto di sì.

Le ragioni più comuni sono state la percezione di insicurezza a causa della pandemia (44%), la chiusura dei centri di vaccinazione (13%) e un appuntamento rimandato (43%).

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Quasi la metà dei genitori intervistati (46%) ha detto di non aver ricevuto nuove linee guida su come vaccinare i propri figli in modo sicuro durante la pandemia.

Quanti danni ha provocato la pandemia sulle altre vaccinazioni?

I rapporti mensili dell'Oms sui casi di morbillo in Europa per la prima metà dello scorso anno mostrano un calo significativo della trasmissione rispetto al 2018 e al 2019, con 12.028 casi segnalati tra gennaio-giugno 2020.

Ma Jankovic avverte che questa cifra potrebbe essere una sottostima, influenzata da una serie di fattori relativi alla pandemia, compreso il fatto che i bambini non sono andati a scuola e quindi non si sono infettati. Non solo: alcuni laboratori hanno interrotto la sorveglianza durante il picco pandemico.

"I bambini stavano a casa. Solo gli adulti erano portatori del virus. O si avevano enormi focolai, oppure nessun caso segnalato"

Il numero di casi di morbillo ad inizio 2020 è stato comunque superiore a quello dello stesso periodo del 2016 e del 2017. 

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Resta il fatto che se i bambini non si stanno facendo le vaccinazioni di routine per una qualsiasi delle malattie contro cui l'Europa si vaccina di solito, l'impatto si farà sentire in futuro, non certo nell'immediato.

Un'associazione medica italiana ha condotto una campagna per incoraggiare gli adulti a farsi vaccinare contro influenza, polmonite, difterite-tetano-pertosse, già che andavano dai propri medici di base, di modo da ottimizzare gli appuntamenti e e ridurre la diagnosi differenziali della Covid-19.

La SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie) ha usato lo slogan "porgi l'altra spalla" per incoraggiare la cittadinanza a non dimenticarsi delle altre malattie. 

I dati preliminari che l'Oms ha ricevuto indicano che la copertura delle vaccinazioni di routine è diminuita complessivamente nel 2020 a causa degli appuntamenti disertati. Ma secondo Jankovic ancora non ci possiamo rendere conto del vero livello di danni sui livell idi immunizzazione per le altre malattie.

L'agenzia non ha set di dati completi per il 2020, e non è stata in grado di analizzare tutti i 53 paesi dell'area europea. Ci sono inoltre grandi differenze tra i paesi a livello amministrativo su come le informazioni vengono raccolte, oltre a lacune nei dati per le fasce più a rischio che non hanno accesso ai vaccini per motivi diversi in ogni Paese.

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Inoltre, molte autorità sanitarie sono troppo impegnate ed effettuare questo tipo di segnalazioni durante la pandemia non è prioritario, aggiunge Jankovic.

Quasi 41 paesi in tutto il mondo hanno già rimandato (o rischiano di farlo) le campagne contro il morbillo per il 2020 o 2021, e questo aumenta il rischio di focolai nel mondo che potrebbero estendersi anche all'Europa. 

Il dipartimento di Jankovic chiede ai paesi di tenere il passo con le immunizzazioni e "soppesare costantemente il rischio della pandemia di Covid con quello delle altre malattie; mantenere tutti i servizi come priorità e, se si hanno focolai di malattie prevenibili da vaccino, reagire immediatamente".

Il messaggio principale è che i paesi dovrebbero fare il punto e recuperare tutti i vaccini che sono stati ritardati o cancellati, in tutte le aree, poiché "la maggior parte degli Stati presenta lacune".

Quando si tratta di morbillo, l'obiettivo dell'OMS è di eradicare completamente la malattia: stiamo "correndo gli ultimi 100 metri della maratona", conclude Jankovic. La Covid "ci ha mostrato cosa succede se non ci vacciniamo contro una malattia. Può applicarsi a qualsiasi singola malattia. Se non ci si vaccina, si ha un'epidemia".

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Si ringrazia per l'aiuto nella ricerca: Farah Gomaa

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