Diritti umani, la guerra a colpi di sanzioni con la Cina

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Diritti d'autore /Euronews
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Di Stefania De Michele
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Violazione dei diritti umani, la Cina nega le discriminazioni nei confronti degli uiguri e sanziona cittadini e organizzazioni britanniche

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La battaglia è sui diritti umani - quelli della minoranza musulmana degli uiguri in Cina - e si combatte a colpi di sanzioni. Se gli embargo economici possano decidere la partita è da vedere. Stavolta è la Cina a imporre le sanzioni nei confronti di 9 cittadini - tra cui 5 parlamentari - e 4 entità britanniche per aver diffuso quelle che il Paese ha definito"menzogne" sulla condizione degli uiguri nella regione nordoccidentale cinese dello Xinjiang.
Fra le personalità sanzionate figura anche Iain Duncan Smith, ex leader del partito conservatore britannico, insieme ad altri esponenti politici del Regno Unito.

"Siamo in totale solidarietà le persone sanzionate- ha detto il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab - Questo non le fermerà enon impedirà al governo di parlare delle violazioni dei diritti umani che avvengono nello Xinjiang".

In un tweet il premier Johnson ha aggiunto che "I parlamentari e gli altri cittadini britannici sanzionati dalla Cina stanno svolgendo un ruolo vitale per fare luce sulla vicenda. Io - ha scritto - sono fermamente al loro fianco". ⤵️

La Cina ha respinto le accuse e ha rilanciato: si tratta di una cospirazione strategica degli Stati Uniti per contrastarci e le sanzioni in risposta sono 'legittima difesa'.

"Voglio anche sottolineare che in queste situazioni, sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Canada e l'Ue che provocano per primi e i cinesi che si difendono dopo. La nostra risposta è stata una difesa giustificata; era necessaria, legittima e giusta", ha detto la portavoce del ministero degli esteri cinese, Hua Chunying, "Il Regno Unito - ha aggiunto - ha imposto sanzioni unilaterali su individui e istituzioni cinesi rilevanti, citando le cosiddette questioni dei diritti umani nello Xinjiang. Questa mossa, basata solo su bugie e disinformazione, viola in modo flagrante il diritto internazionale e le norme di base che regolano le relazioni internazionali, interferisce grossolanamente negli affari interni della Cina e mina gravemente le relazioni Cina-Regno Unito".

I campi di lavoro forzato per gli uiguri in Cina

Si stima che più di un milione di uiguri e altre minoranze siano detenuti in campi di lavoro del cotone nello Xinjiang. Il governo cinese è stato accusato di effettuare sterilizzazioni forzate sulle donne uigure e di separare i bambini dalle loro famiglie. Il Paese ha inizialmente negato l'esistenza dei campi per poi limitarsi a negare la violazione dei diritti umani.

Nello Xinjiang si concentra l'84% della sua produzione di cotone. La minoranza degli uiguri lo raccoglie nei campi lavoro in condizioni di vessazione. A gettare un cono di luce sulle violazioni dei diritti umani è stata, in prima battuta, H&M, seguita da Nike, Uniqlo e Adidas, che - in risposta alla denuncia pubblica - sono state penalizzate sul mercato cinese. Circa un anno fa, H&M aveva preso le distanze dalle condizioni nelle quali i braccianti della regione erano obbligati a lavorare. L'Unione europea è intervenuta, di recente, inaugurando il rimpallo delle sanzioni. I ministri degli Esteri dell'Unione europea hanno comminato misure restrittive contro 4 funzionari della regione dello Xinjiang. Di rimando, la Cina ha sanzionato 10 esponenti politici dell'Ue e 4 sue istituzioni (oltre ad aver avviato una campagna contro l'attività dei brand occidentali sul mercato locale). Alle persone sanzionate e alle loro famiglie sarà proibito l’ingresso in Cina; alle aziende a loro collegate e alle istituzioni coinvolte sarà invece proibito di fare affari con la Cina stessa. Il nuovo fronte col Regno Unito accresce le tensioni.

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