La capitale del Belgio ricorda gli attentati nei quali morirono 32 persone
22 marzo 2016. Sono passate da poco le 8 del mattino. Due esplosioni all'aeroporto Zaventem di Bruxelles, nell'affollata area delle partenze. Panico, shock, devastazione.
Cinque anni dopo, i ricordi sono ancora molto vividi per alcuni dei sopravvissuti. Laurens Coessens si ustionò il volto e fu colpito da schegge allo stomaco e alle gambe: "So esattamente cosa ho pensato e sentito in quel momento, posso ancora sentire il suono dell'esplosione e ho visto e sentito cose terribili."
Sebastien, ex giocatore di basket professionista, ha trascorso quattro mesi in ospedale, ha subito tredici interventi. Ha chiodi chirurgici nelle gambe e la sua riabilitazione continua. Dice che da quel terribile giorno ne è uscito più forte: "Certo, ci sono giorni non facili. Non mi dà per niente gioia non poter sentire la mia gamba, non poter fare cose che prima facevo molto naturalmente. Ma d'altra parte, penso che le più grandi difficoltà della vita sono anche le più belle lezioni della vita ".
Un'ora dopo l'attacco all'aeroporto, c'è stata un'esplosione a lla stazione della metropolitana Maalbeek, vicino agli edifici della sede centrale dell'UE.
Charlotte ha perso il marito David Dixon in quell'esplosione. Ora presiede l'organizzazione Survivors Against Terror per aiutare a sostenere le vittime di simili atrocità: "Anche se proveniamo da attacchi diversi, motivati da ideologie diverse, le nostre esperienze sono incredibilmente simili. Ciascuno ha la propria storia ma ci sono molte somiglianze, e una di queste è una sorta di sensazione di abbandono, di uno stato che non si prende cura di noi come promette".
In totale, 32 persone sono state uccise e più di 300 ferite durante gli attacchi coordinati.
Lunedì 22 marzo 2016 è stato un giorno che ha cambiato per sempre tante vite.