Risolto dagli scienziati l'enigma del più antico 'calcolatore' al mondo

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Di Giulia Avataneo
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Si chiama Antikythera ed è un dispositivo che gli antichi greci usavano per il calcolo del movimento dei pianeti e le fasi lunari. Ma gli scienziati non erano mai riusciti a scoprirne il funzionamento

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Si chiama Antikythera, è un reperto di duemila anni fa che gli archeologi considerano una sorta di antenato del computer, il più antico al mondo.

È anche un rompicapo che gli scienziati provano a decifrare da generazioni, dal momento che è stato recuperato a pezzi nel relitto di una nave naufragata a inizio '900, in Grecia. Dopo molti anni la tecnologia è venuta in aiuto, rivelando in che modo il dispositivo venisse usato per calcolare il movimento dei pianeti. La scoperta è stata pubblicata mercoledì su Nature's Scientific Reports.

Detective dell'antichità

Gli antichi greci avevano conoscenze di trigonometria e le hanno applicate a questo dispositivo. I ricercatori britannici ne hanno finalmente ricostruito il funzionamento con precisione.

Con tutti gli ingranaggi che lo compongono, l'Antikythera sembra un orologio, ma veniva usato per tener traccia delle fasi lunari, eclissi e informazioni sui corpi celesti di cui disponevano all'epoca, quando ancora si riteneva che il sole e i pianeti orbitassero intorno alla terra. È una sorta di calcolatore astronomico.

Un nuovo orizzonte di conoscenza

"Il meccanismo è diviso in molte parti, quindi assemblare tutti i pezzi in un un puzzle 3D è stata una vera sfida - Spiega Tony Freeth, professore onorario all'University College di Londra - Anche se la maggior parte è andata persa, ci sono ben 82 frammenti, da raccogliere e combinare come indizi per capire nei dettagli il funzionamento di questo macchinario. L'analisi ai raggi X ci ha rivelato una grande mole di informazioni aggiuntive". I ricercatori sono riusciti a unire le parti del puzzle grazie ai raggi X, che hanno permesso di decifrare una miriade di incisioni sulle varie parti".

La soluzione di questo autentico rompicapo apre un nuovo orizzonte sulla conoscenza che gli antichi greci avevano del cosmo che li circondava.

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