Dante oggetto di un processo politico e vittima collaterale della vendetta nera sui guelfi bianchi a cui apparteneva? Settecento anni dopo la sua scomparsa, un nuovo - seppur simbolico - processo prova a riscrivere la vicenda giudiziaria che costrinse all'esilio il poeta della Divina Commedia
Dante oggetto di un processo politico? Il poeta vittima collaterale della vendetta nera sui guelfi bianchi a cui apparteneva? Settecento anni dopo la sua scomparsa, un nuovo - seppur del tutto simbolico - processo prova a riscrivere se non la storia, almeno la vicenda giudiziaria che dal 1302 lo costrinse all'esilio da Firenze.
"L'appello", 700 anni dopo: "Giusto processo o sentenza politica"?
Organizzatore del "processo di riabilitazione" è l'avvocato Alessandro Traversi. "Il nostro intento - racconta è di verificare - non soltanto sulla base dei principi giuridici universalmente riconosciuti oggi, ma anche sulla base della normativa vigente all'epoca - se si sia trattato di una sentenza emessa in seguito a quello che oggi chiameremmo un 'giusto processo' o se si sia trattato di una sentenza politica per elimiare un avversario scomodo".
Dante il militante. L'impegno politico che lo espose alla vendetta "nera"
A mettere nei guai Dante fu il suo impegno politico. Prima nel "Consiglio del popolo" di Firenze e poi, soprattutto, nel gruppo dei "Savi" che erano incaricati di eleggere i priori a governo della città. Il verdetto del simbolico "processo di riabilitazione" è atteso il 21 maggio, nel corso di una conferenza a cui prenderanno parte anche un discendente dello stesso Dante e uno del giudice che alla conquista di Firenze da parte dei Guelfi Neri, lo condannò all'esilio e al rogo se avesse rimesso i piedi in città.
L'erede del giudice: "Ma quali scuse? Senza esilio non ci sarebbe la Divina Commedia"
"Il Comune di Firenze ha presentato le scuse in nome del mio antenato - racconta Antoine de Gabrielli, discendente di Cante di Gabrielli da Gubbi, il giudice che condannò Dante -. Giusto per ridere, ma a quel punto li ho contattati e ho chiesto loro: ma come, presentare delle scuse? Come osate? Dopo tutto, se Dante non fosse stato esiliato da Firenze non avrebbe scritto la Divina Commedia".
Non solo, l'opera fu partorita durante il girovagare a cui fu costretto Dante. Esilio del poeta e contese politiche della Firenze che lo mise al bando costituiscono anche temi portanti, attorno a cui tesse la trama del capolavoro che lo ha reso immortale.