Il referendum che ha spaccato la Svizzera: "No al burqa" per un soffio (e per pochissime donne)

Il referendum che ha spaccato la Svizzera: "No al burqa" per un soffio (e per pochissime donne)
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Di Cristiano TassinariEuronews World
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Una vittoria risicatissima, solo con il 51,2% dei voti: il referendum in Svizzera lo vincono i sostenitori del "No al burqa e al niqab" nei luoghi pubblici, ma la politica e la società elvetiche ne esco spezzate. E, nella realtà, in Svizzera sono pochissime le donne che usano il velo integrale.

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Il referendum che ha spaccato la Svizzera.

Nel referendum di domenica, il divieto alla copertura del viso ha ottenuto il successo, ma solo con il 51,2% dei voti, molto al di sotto delle previsioni.

Mentre coloro che sono d'accordo con il divieto al burka e al niqab sostengono che è una questione di salvaguardia della cultura elvetica, quelli contrari lo hanno bollato come divieto islamofobico e sessista.

Il referendum è stato promosso dalla destra conservatrice svizzera, che aveva già proposto con successo una consultazione popolare, nel 2009, per evitare la costruzione di minareti.

Le reazioni politiche non si sono fatte attendere.

"Soluzioni fasulle e problemi fasulli"

Da Berna, Andrea Caroni, parlamentare, membro del Consiglio nazionale del Partito Liberale Radicale, commenta:
"Abbiamo un paese molto inclusivo, abbiamo i mezzi per accogliere le persone e integrarle nella nostra società. Abbiamo anche i mezzi per sorvegliare le persone che non rispettano le regole. Ma questo tipo di soluzioni fasulle a problemi fasulli, dove si scelgono alcune donne innocue e si dice loro quali vestiti indossare, è veramente ridicolo".

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Andrea Caroni, Partito Liberale Radicale.AP Photo

"Nella nostra cultura si mostra la faccia"

Walter Wobmann,membro del Consiglio nazionale dell'Unione Democratica di Centro:
"Nella nostra cultura si mostra la faccia, perché la copertura del viso toglie la personalità della persona che è coperta. Questo non ha posto nella nostra cultura. È contro i nostri valori di base, contro il nostro sistema sociale".

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Walter Wobmann, Unione Democratica di Centro.AP Photo

Un dibattito europeo

Anche se pochissime donne in Svizzera, in realtà, indossano il velo integrale e molte di quelle che si vedono per strada sono spesso turiste, il voto al referendum ha alimentato molti dibattiti e segue simili divieti in altri paesi europei: Francia, Belgio e Austria.

"Una legge che riguarda trenta donne"

Di fronte al Municipio di Ginevra, dove è in corso una manifestazione, Interviene Isabelle Pasquier-Eichengerger, rappresentante dei Verdi al Consiglio nazionale:
" In Svizzera, abbiamo la fortuna di poter proporre nuove leggi e farle scrivere nella costituzione, ma questo dovrebbe essere fatto solo per le cose per cui vale la pena. Qui stiamo votando una legge che riguarda forse trenta donne. Questo è veramente un uso demagogico di questo diritto democratico ed è in questo senso che lo denunciamo. Questo uso sbagliato di un diritto è un mezzo per ostracizzare una comunità che è estremamente ben integrata qui in Svizzera".

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Isabelle Pasquier-Eichengerger, Verdi.AP Photo

I musulmani protestano, il governo trema (per il turismo)

I gruppi musulmani della Svizzera hanno condannato il risultato del referendum e hanno promesso di contestarlo, anche pubblicamente.

Il governo svizzero si era schierato per il No, cioè per la non messa al bando del burqa nei luoghi pubblici, soprattutto temendo che il divieto possa penalizzare la Svizzera nei confronti del ricco turismo dei paesi mediorientali.

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