L'Ue alla Germania: eccessivi e discriminatori i blocchi anti-Covid alle frontiere

Il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer visita un blocco stradale della polizia al confine tra Germania e Repubblica Ceca
Il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer visita un blocco stradale della polizia al confine tra Germania e Repubblica Ceca Diritti d'autore Sebastian Kahnert/AP
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Di Euronews
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La Commissione Ue ha inviato una lettera a sei Paesi, tra cui la Germania, per chiedere conto dei blocchi anti-Covid ai confini che limitano la circolazione di persone e merci da alcuni Stati. Intanto attende il nuovo piano di consegna dei vaccini AstraZeneca, che potrebbe prevedere tagli delle dosi

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I rigidi controlli anti-Covid che sei Stati membri dell'Unione stanno effettuando al confine rischiano di essere "discriminatori e sproporzionati". La Commissione europea ha inviato una lettera a Germania, Belgio, Danimarca, Finlandia, Svezia e Ungheria per chiedere conto della decisione di limitare la libera circolazione di persone e merci con misure che vadano oltre le raccomanzioni e la linea comune europee. I Paesi hanno dieci giorni per rispondere alla missiva e non si esclude l'avvio di procedure d'infrazione.

In particolare la Germania sta chiedendo un tampone negativo per permettere l'ingresso a chi arriva da Repubblica Ceca, Slovacchia e dal Tirolo austriaco. Ha sollevato critiche anche il fatto che vengano accettati soltanto referti in tedesco, inglese, francese e italiano, e non in ceco e slovacco.

Giovedì i leader europei si riuniranno in videoconferenza per discutere proprio di un piano d'azione coordinato in materia di misure di prevenzione del contagio e per produrre più vaccini. Sarà il primo vertice europeo del neopremier MarioDraghi. 

Diversi Paesi, tra cui l'Italia, hanno contattato la Commissione per partecipare allo sforzo collettivo di riconvertire impianti industriali nazionali in cui si possano produrre altre dosi. Un processo che durerà mesi e di cui non si potrà beneficiare nell'immediato, ma che sembra una soluzione obbligata in questo momento.

Martedì ha scatenato un terremoto la notizia pubblicata dall'agenzia Reuters su AstraZeneca che tagliava ulteriormente le consegne di fiale all'Europa, che sarebbero state meno della metà previste nel secondo trimestre

Nella notte è arrivata una precisazione all'agenzia France Presse, con cui il gruppo ha fatto sapere che cercherà di assicurare la consegna di 180 milioni di dosi all'Ue nel secondo semestre, ne produrrà solo la metà all'interno dell'Unione europea e per il resto dovrà affidarsi alla sua rete mondiale. 

 L'agenzia Ansa ha riporta il commento alla notizia Reuters di un portavoce della Commissione, che ha dichiarato: "Le discussioni sul programma di consegne di AstraZeneca sono in corso. L'azienda sta perfezionando il proprio programma e consolidandolo sulla base di tutti i siti produttivi disponibili dentro e fuori dall'Europa. La Commissione Ue prevede di ricevere una proposta migliorata". 

Sul fronte dei contagi in Europa, si segnala in Olanda un incremento del 19% dei test positivi nella terza settimana di febbraio. Per questo il premier Mark Rutte ha annunciato il prolungamento del coprifuoco dalle 9 di sera alle 4.30 del mattino fino al 15 marzo. La misura, introdotta a metà gennaio, aveva portato a violenti scontri tra polizia e manifestanti anti-restrizioni in diverse città. Il governo prevede tuttavia un parziale rientro in classe degli studenti delle superiori.

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