Commissione Europea assicura: "Da noi Facebook dovrà accettare norme sul copyright"

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Di Alberto De Filippis
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Una legislazione europea dev'essere recepita entro l'estate. Obbligherà Facebook a pagare i contenuti che utilizza online

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"I paesi dell'Unione Europea non stanno affrontando la stessa situazione dell'Australia", dove Facebook ha bloccato tutti i contenuti multimediali dalla sua piattaforma, a causa delle nuove regole sul copyright che proteggono gli editori. "In Europa la situazione è diversa", lo ha scritto un portavoce della Commissione Europea.

Ma cosa è successo a Canberra? Gli utenti australiani di Facebook non hanno più accesso ad alcuna notizia all’interno del social network, e gli editori australiani non potranno più pubblicare news sulle pagine della piattaforma. La decisione arriva direttamente dal gruppo di Mark Zuckerberg.

In Australia una nuova legislazione prevede che le piattaforme digitali come i social network debbano ricompensare gli editori per i contenuti informativi ospitati sulle loro pagine.

È guerra fra Canberra e Facebook

Le motivazioni sono ovviamente di tipo economico. Poter ospitare le notizie di migliaia di testate contribuisce infatti a mantenere gli utenti su Facebook più a lungo; gli utenti così visualizzano così annunci personalizzati del social. Ma gli editori non vedono un centesimo. Facebook dice invece che i link porterebbero traffico sui siti esterni.

Spiega Lucie Krahulcova di Digital Rights Watch Australia: "I governi hanno dormito sugli allori, non creando un quadro normativo in cui ritenere responsabile Facebook. Lasciando che si espandesse fino ad arrivare ad avere una posizione dominante sul mercato".

Sempre secondo la Commissione Europea, nel vecchio continente la situazione è diversa. Qui ci sarebbero norme più severe sul copyright e le piattaforme online dovranno firmare accordi di licenza. La riforma comunitaria dovrà essere recepita dai governi nazionali entro il 7 giugno di quest'anno ed è probabile che Bruxelles voglia tenere bassa la tensione per evitare che la società di Menlo Park possa prendere anche in Europa le stesse drastiche decisioni in Europa.

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