Giungono in Europa i vaccini anti-covid sintetizzati ad est

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La Serbia è diventata il paese che in proporzione vaccina di più in Europa grazie alle partite dello sputnik russo che vengono usate negli ospedali serbi. I dubbi dell'Unione sulla sua efficacia e i test previsti

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La Serbia tallona la Gran Bretagna in termini di percentuale di vaccinati ed usa il vaccino russo. Il paese è un candidato all'adesione all'UE, ma detiene forti legami con Mosca. Per il primo ministro serbo Ana Brnabic le considerazioni geopolitiche sono in secondo piano davanti alla crisi sanitaria globale e la necessità di fare presto per tutelare le popolazioni.

Al di fuori di logiche geopolitiche

"La Serbia è stata tra i pochi paesi che hanno considerato l'acquisto e la distribuzione di vaccini come una questione puramente sanitaria,  per questo le cose stanno andando bene. L'unico aspetto rilevante per noi è che si tratta di un vaccino sicuro ed efficace. Penso che se tutti guardassero al vaccino come un problema di salute e non come un problema geopolitico le cose andrebbero sempre meglio": ha spiegato a Euronews la premier serba Ana Brnabic.

I dubbi su Sputnik

In realtà l'Occidente ha forti preoccupazioni per la sicurezza dello Sputnik e per il fatto che sia stato sviluppato alla velocità della luce anche per ragioni auto promozionali con le quali il presidente russo Vladimir Putin ha battuto la grancassa sulla farmacologia russa che sarebbe stata la prima a sintetizzare un vaccino contro il coronavirus.

Per Nicu Popescu, Direttore del  Wider Europe Program " in Russia molti medici si rifiutano di farsi vaccinare col preparato russo. Lo stesso presidente russo finora non è stato vaccinato con lo Sputnik e nei sondaggi d'opinione i russi sono piuttosto diffidenti nei confronti del vaccino del loro paese.  In parte penso - contina Popescu -  perché la Russia ha magnificato e politicizzato il suo prodotto in agosto e settembre, mentre da allora sono sorti molti dubbi sulla sua reale efficacia".

Anche l'Ungheria ha aperto allo Sputnik

Nonostante queste preoccupazioni l'Ungheria ha già autorizzato l'uso del siero russo ... e altri paesi dell'UE potrebbero seguire come Germania e Francia se il vaccino ottiene l'approvazione dall'Agenzia europea del farmaco.

L'Europa resta aperta a testare qualunque vaccino senza distinzioni di nazionalità e provenienza. La sicurezza e l'efficacia del vaccino sono i criteri che possono spalancare le porte europee al preparato.

Del resto la Commissione europea sta cercando urgentemente ulteriori partite di vaccini dopo la debacle di AstraZeneca. Ma Bruxelles insiste sul fatto che la priorità è la salute dei cittadini che non può essere compromessa.

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