Roma, con "Daje!", consegne a domicilio da negozi e mercati di quartiere: il vero delivery locale

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Di Cristiano TassinariAP
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Una start-up partita ad aprile, in piena quarantena. Con l'obiettivo di servire gli abitanti del quartiere Monteverde di Roma. Ma il successo è stato tale che "Daje!" ha allargato i confini ad altri quartiere della capitale. E le multinazionali del delivery tremano...

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Piccola-grande rivoluzione al mercato Gianicolense di San Giovanni di Dio, quartiere Monteverde di Roma.

La tipica espressione romana "Daje!" diventa garanzia di consegna a domicilio dai negozi e dai banchi dei mercati di Roma in meno di 24 ore.
Ci ha pensato una start-up nuova di zecca, che si chiama proprio "Daje!"

Quando la piattaforma è nata, ad aprile 2020, l'obiettivo era garantire agli abitanti del quartiere Monteverde di Roma di continuare a fare la spesa anche durante la quarantena, senza riempire le tasche delle grandi multinazionali con ordini a domicilio.

Il vero "delivery locale"

Visto il successo ottenuto, da ottobre, "Daje!" ha esteso il suo raggio d'azione ad altri quartieri di Roma: San Paolo, Trastevere, Testaccio e Trionfale, raccogliendo più di 120 negozi.

Una vera e propria concorrenza ai colossi del delivery.

Il periodo che ha coinciso con il primo lockdown in Italia, durato da inizio marzo a maggio 2020, ha spinto molti consumatori ad affidarsi a colossi della consegna come Glovo, JustEat e Amazon. Pochissimi offrivano, però, prodotti dei piccoli negozi di quartiere, molti dei quali appendevano cartelli con i loro numeri di telefono per invogliare i potenziali clienti a usare la consegna a domicilio. Senza grande successo...

I fondatori di "Daje" hanno visto, perciò, una lacuna in questa fetta di mercato: garantire la consegna a domicilio dai negozi di vicinato in meno di 24 ore.

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Dal produttore al consumatore, passando per il mercato.AP Photo

"Una squadra di fattorini al servizio dei cittadini"

Jacopo Gambuti e Matteo Proietti sono i due co-fondatori di "Daje".
"Ci siamo detti: vediamo se possiamo dare ai negozi un modo per lavorare in maniera più organizzata, da un lato per far fronte alla drastica diminuzione dei clienti per strada, dall'altro aiutando le persone a rimanere in contatto con i loro rivenditori preferiti e ricevere i loro prodotti a casa", spiega Matteo Proietti.

"Con un solo ordine, il cliente può comprare il pane dal panettiere, la carne dal macellaio, la frutta dal banco del mercato e persino una torta di compleanno per il suo cane dal negozio specializzato in animali. In meno di 24 ore, una squadra di fattorini ritira l'ordine e viaggia di negozio in negozio, ritirando la spesa senza che il cliente metta piede fuori casa", aggiunge Proietti.

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Matteo Proietti, co-fondatore di "Daje!".AP Photo

I proprietari dei piccoli negozi di vicinato e, soprattutto, di banchi al mercato di quartiere sono davvero soddisfatti.

Jessica Rizzo è la proprietaria di un banco alimentare al mercato.
"Con Daje abbiamo cominciato a lavorare in aprile quando, con la quarantena, qui dentro al mercato potevano starci al massimo sedici persone e, naturalmente, i clienti erano molto pochi. Avevamo iniziato anche noi stessi a fare un po' di consegne a domicilio, ma era talmente stancante... Meglio affidarsi a Daje!".

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Jessica Rizzo, intervista al mercato del quartiere Monteverde.AP Photo

Marco Mizzoni ha un banco di macelleria.
"Daje Monteverde (nome originale del sito, ndr) mi ha fatto molta pubblicità, mi hanno iscritto a Facebook, hanno creato un bel movimento, per farmi conoscere. E io ho subito notato un aumento del lavoro, per cui posso davvero dire che mi hanno molto aiutato in un momento in cui c'era una grande crisi di lavoro".

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"Daje mi ha fatto molta pubblicità".AP Photo

"Risparmio un sacco di tempo"

E adesso che si può comunque fare la spesa liberamente, i clienti continueranno ad usufruire dei servizi di "Daje"?
"Io ho continuato e sto continuando a servirmi da loro, è molto comodo, risparmio un sacco di tempo", dice Patrizia Polito, cliente abituale di "Daje".

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Patrizia Polito, affezionatissima cliente di "Daje!"AP Photo

Erano in 3, ora sono in 21...

Quando "Daje" ha aperto erano solo in tre a lavorare: Jacopo Gambuti, Matteo Proietti e il loro fattorino Fabrizio.
Ora i lavoratori regolarmente a contratto sono 21.

Abitudini cambiate

La crisi sanitaria ha cambiato notevolmente le abitudini di acquisto degli italiani, generando un'evoluzione digitale senza precedenti.

Secondo Netcomm, il consorzio italiano del commercio digitale, rispetto al 2019, la frequenza degli acquisti in eCommerce è aumentata del 79% in Italia e la consegna a domicilio è la modalità preferita per ricevere i prodotti per oltre il 93% degli utenti.

Il professore di Digital Product Design all'Università Roma 3, Nicola Mattina, ammette che c'è un urgente bisogno di più servizi di consegna locale, ma che può essere una parte del mercato assai difficile da decifrare.

"Ci sono molte start-up che stanno entrando in questo mercato per cogliere l'opportunità di facilitare la consegna da piccoli negozi o supermercati, a seconda delle varie tipologie. Ovviamente, non è un mercato facile perché è un mercato che richiede molta efficienza", spiega il professor Mattina. "Ma credo che sono servizi che prenderanno piede e continueranno anche quando la pandemia sarà finita".

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Il professor Nicola Mattina.AP Photo

"Siamo diventati una consuetudine"

Già: e il dopo-pandemia?
Interviene Jacopo Gambuti, uno dei fondatori di "Daje"."Con la fine dell'isolamento immaginiamo che Daje possa sicuramente andare avanti, perché se prima era usata come misura di emergenza, ora è una consuetudine. Quindi, se in questo periodo la gente non esce tanto di casa perché c'è il Covid, in condizioni normali le stesse persone sono occupate a lavorare, ad andare in ufficio e a fare altre cose. Quello che noi offriamo è una valida alternativa alla grande distribuzione, soprattutto per quanto riguarda i prodotti freschi. Continuare a comprare al mercato è sinonimo di qualità e quello che noi vorremmo offrire è proprio quella qualità che attualmente la grande distribuzione non può soddisfare".

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Jacopo Gambuti, co-fondatore di "Daje!"AP Photo

Secondo i fondatori, la piattaforma vede una crescita media settimanale del 15% e durante il periodo natalizio gli acquisti sono aumentati addirittura del 65%.

La nuova frontiera del "delivery locale" è arrivata.
Almeno a Roma.

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Macchina piena di spesa: si parte per le consegne!AP Photo
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