Bulgaria: Buzludža, decadenza e riscoperta di un simbolo del regime comunista

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Di Damian Vodenitcharov
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Il monumento, costuito per onorare la nascita del partito Socialdemocratico, è stato abbandonato al suo destino dopo la caduta del comunismo. La scorsa estate sono cominciati i lavori di restauro dell'edificio e dei suoi celebri mosaici

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È uno dei progetti più spettacolari del regime comunista in Bulgaria. Il monumento di Buzludža, noto anche come Casa monumentale del Partito Comunista Bulgaro. Costruito sulla cima del Buzludža, nella catena montuosa dei Balcani, è stato creato per commemorare la fondazione, 130 anni fa, del partito socialdemocratico. La costruzione è stata finanziata interamente con donazioni.

La costruzione è stata completata nel 1981, ma dopo la caduta del comunismo il monumento è stato completamente abbandonato. Oggi attira soprattutto turisti ed esploratori urbani. Durante l'estate, una squadra di restauratori ha lavorato per mettere in sicurezza alcuni dei mosaici all'interno. Più di due milioni di pezzi che coprono una superficie di circa 1000 metri quadrati.

"L'acqua che si infiltra in inverno è gelida - dice Thomas Danzl, professore dell'Università Tecnica di Monaco di Baviera -. Così i pori della malta si riempiono d'acqua, si espandono ed esplodono, letteralmente. Ci sono due aspetti affascinanti: le dimensioni e poi l'alta qualità di esecuzione. Purtroppo, oltre all'incuria, i mosaici sono stati sottoposti a diversi atti di vandalismo. Si possono vedere chiaramente i segni delle martellate".

Il monumento è di proprietà pubblica, ma il restauro è stato finanziato dai privati. Nel paese è da tempo al centro di un dibattito: smantellarlo o continuare i lavori di mantenimento per attrarre i turisti? I lavori di restauro finora sono costati più di 200 mila euro. Per eseguirli servono esperti altamente qualificati.

"Mettere in sicurezza i mosaici più a rischio è un compito molto impegnativo perché i mosaici sono fatti di materiali diversi ed è un tipo di lavoro che finora non era mai stato fatto in Bulgaria - dice Dora Ivanova, responsabile dei lavori di restauro -. Siamo molto felici di lavorare in un team internazionale. Stiamo lavorando con 18 restauratori di 4 università europee e diverse ong. Vengono dalla Germania, dalla Grecia, dalla Svizzera e dalla Bulgaria".

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